Finanza Notizie Italia Mercato nelle fauci dello Stato: Patuanelli parla di nuova Iri e nazionalizzazione Alitalia

Mercato nelle fauci dello Stato: Patuanelli parla di nuova Iri e nazionalizzazione Alitalia

28 Novembre 2019 10:36

Una nuova Iri per gestire le patate bollenti dell’Italia, Alitalia in primis? Il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli non fa nessun passo indietro rispetto a quanto ventilato nei giorni scorsi. Semmai, fa alcune precisazioni, in due interviste separate rilasciate al Corriere della Sera e a Radio Capital.

Alla domande del Corriere, che gli fa notare se un ritorno all’Iri non sarebbe alla fine una “operazione di retroguardia”, Patuanelli ha risposto: “Viviamo in un momento nel quale il sistema industriale italiano è stretto tra la voglia di conservazione e il desiderio del cambiamento: fare politiche di innovazione in un mondo conservativo è complicato, lo è al contempo conservare il know-how in un mondo in costante evoluzione. Per questo occorre trovare un equilibrio attraverso un soggetto pubblico, chiamiamola nuova Iri o come volete voi, capace di evitare choc al sistema produttivo e choc occupazionali”.

Ovvio, ha continuato, “non può essere una replica tout court dell’Iri“, ma “deve giocare con le regole del libero mercato”.

Il ministro ritiene fondamentale anche una banca pubblica: “Per le piccole e medie occorre mettere in campo una banca pubblica degli investimenti che garantisca un’erogazione del credito più efficace”.

ALITALIA, PATUANELLI: ‘NON FALLIRA’, MI SENTO DI POTERLO GARANTIRE’

Riguardo al caso specifico di Alitalia, in un colloquio con Radio Capital il numero uno del ministero per lo sviluppo economico rassicura che la compagnia aerea “non fallirà, mi sento di poterlo garantire“. E specifica: “In questo momento Alitalia è una compagnia troppo grande per essere piccola e troppo piccola per essere grande”.

Secondo il ministro “visto che il mercato non ha una soluzione oggi” la strada è “la struttura commissariale per la ristrutturazione e la messa sul mercato. Il problema – ricorda – è che c’è una componente importante del consorzio che il 20 ottobre si è sfilata” (riferimento ad Atlantia). In ogni caso, “la nazionalizzazione di Alitalia può non essere un evento negativo. Il problema è: la politica sarà in grado di individuare manager in grado di guidare l’azienda o solo manager trombati dalla politica?”, chiede ancora a Radio Capital.

Per Patuanelli su Alitalia “non ci sono soluzioni di mercato perché Atlantia ha deciso di uscire dalla cordata il giorno prima della scadenza. In questo senso il mercato ha fallito”. Le ipotesi che il governo sta valutando sono diverse”, ma al quotidiano di via Solferino Patuanelli assicura che “lo spezzatino non è un’ipotesi sul tavolo”.

Su Twitter alcuni economisti commentano il dossier Alitalia, mostrando tutto il loro stupore per il sogno di una nuova Iri del governo M5S-PD. Tra questi, Carlo Alberto Carnevale-Maffé, economista della Bocconi.

 

Il professore parla di “bancarotta della logica, in primis”. Dice la sua anche Andrea Giuricin, tra i massimi esperti dell’Odissea Alitalia, economista e docente di Economia dei trasporti alla Bicocca che, in una recente intervista rilasciata a Formiche.net, aveva detto, facendo riferimento alla compagnia aerea, aveva sottolineato che “nessuno investe in una compagnia che brucia cassa in questo modo”. Aggiungendo: “Chiaramente è una situazione difficile. Perché oltre ai conti c’è anche un discorso politico. Nessuno vorrebbe investire in una società dove interviene sempre un governo che ti dice cosa puoi fare e cosa non puoi fare. C’è troppa ingerenza, un po’ lo stesso che abbiamo visto con l’Ilva. Questo spaventa gli investitori”.

E che aveva concluso l’intervista sottolineando di non escludere “affatto una nazionalizzazione. Qualcosa che fino a pochi mesi fa sembrava lontana, ora sembra più vicina. E non credo che l’Europa avrebbe troppo da ridire su questo, se si mettesse in campo una nazionalizzazione a condizioni di mercato. Semmai avrebbero da ridire i contribuenti italiani. Non credo che abbiano ancora voglia di mantenere una compagnia in queste condizioni e per l’eternità”.

ALITALIA: DELTA O LUFTHANSA? PATUANELLI RISPONDE

Su quale sarebbe la scelta del governo tra Delta e Lufthansa (con i tedeschi della compagnia aerea che spingono per 4-5 mila esuberi”, Patuanelli ha risposto al Corriere della Sera che “non solo sono cifre su cui non si può ragionare, ma non risulta nemmeno fossero previsti in alcuna delle ipotesi. Detto questo, la base del ragionamento è che manca un partecipante al Consorzio — Atlantia — che aveva manifestato l’intenzione di rilevare oltre il 30% della newco».

Che cosa accadrà invece ad Autostrade, controllata di Atlantia, nel mirino del M5S dal giorno della tragedia del Ponte Morandi, crollato nel tratto autostradale gestito dalla società? Il ministro ha spiegato ai microfoni dell’emittente radiofonica di auspicare, in generale, una revisione del sistema delle concessioni autostradali:

“Il sistema delle concessioni doveva portare a maggiore manutenzione, investimenti e prezzi più bassi. Invece, le tariffe autostradali crescono di anno in anno, la manutenzione non viene fatta e i viadotti vengono chiusi: è una situazione che non è accettabile, il sistema delle concessioni va rivisto, ci sono diversi modelli possibili e vanno applicati in modo sano in diversi territori”.

Ciò significa che ” l’alternativa immediata non potrebbe che essere Anas ma poi bisognerà fare una valutazione, compito che spetta alla De Micheli che sta facendo un ottimo lavoro. Io credo che non possa essere un unico soggetto a gestire ma diversi soggetti che gestiscano la rete a diversi livelli”. In ogni caso, su Autostrade e la holding della famiglia Benetton a cui fa capo, “c’è un’evidenza fattuale sul fatto che non hanno fatto quello che dovevano fare”.