Notiziario Notizie Italia Governo fa dietrofront su deficit, ora tira dritto. Salvini smentisce soglia tregua spread mentre lapsus Di Maio diventa un caso

Governo fa dietrofront su deficit, ora tira dritto. Salvini smentisce soglia tregua spread mentre lapsus Di Maio diventa un caso

4 Ottobre 2018 08:44

Dopo le prime pressioni arrivate da Bruxelles, il governo M5S-Lega frena sul deficit, modificando i target per il 2020 e il 2021 e rimanendo contestualmente fedele all’obiettivo di fare un deficit-Pil, nel 2019, pari al 2,4%.

Questa stessa soglia, che avrebbe dovuto caratterizzare l’intero triennio, viene invece abbassata per gli anni successivi: per il 2020 si stima un calo dal 2,4% del 2019 al 2,1%, per poi scendere all’1,8% nel 2021.

Il dietrofront del governo M5S-Lega sarà sufficiente a smorzare il rigore dell’Unione europea? Anche se si tratta di un’apertura importante, il sì dell’Ue è tutt’altro che garantito. Ma, così come riporta La Stampa, il M5S e la Lega sono determinati a questo punto ad andare avanti.

Entrambi i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio alzano le spalle: ‘Ci bocciassero pure la manovra. Siamo pronti. Sarebbero loro a perderci”.

E lo spread non sarà certo un deterrente. La Stampa ha riportato infatti che, se lo spread balzasse a 400 punti, allora il governo Conte potrebbe decidere a favore di un armistizio con l’Ue. Ma Salvini smentisce subito, in un intervento a Radio Anch’Io:

“No, no, questa è una manovra che punta a far ripartire il lavoro. Se tagli le tasse agli imprenditori aiuti la crescita: puntiamo a un’Italia che non cresce dello 0 virgola, ma dell’1,5, del 2, del 2,5 per cento”.

Sempre La Stampa ha riportato quello che è stato il clamoroso lapsus di Di Maio: ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, il vicepremier ha detto: Vogliamo costringere l’Ue a dirci no alla manovra”, prima di correggersi in un modo che però non ha convinto nessuno.

Il lapsus è tornato protagonista oggi, con la domanda sulla frase di Di Maio che è stata fatta da Radio Anch’Io a  Salvini: “Preferisco essere promosso che bocciato”, ha detto così il ministro dell’Interno e vicepremier leader della Lega, “anche se devo dire che i toni dei commissari europei… questo Moscovici che dice che l’Italia è xenofoba” e “Juncker che paghiamo io, lei e chi ci ascolta che dice che in Italia c’è rischio di fare la fine della Grecia…”. 

Alla domanda se questo braccio di ferro sia proprio necessario, Salvini ha risposto: “Ragazzi, chiedetelo a chi è a Bruxelles e passa le giornate a insultare il governo“.

Intanto, dal Sole 24 Ore si apprendono le cifre sulle stime sul Pil che sarebbero contenute nella nota di aggiornamento al Def: nota che rimane ancora un mistero, visto che non è stata ancora comunicata (la scadenza per la sua presentazione era stata stabilita al 27 settembre scorso).

Secondo il quotidiano di Confindustria, il governo M5S-Lega prevede una crescita del Pil dell’1,5% nel 2019, dell’1,6% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021. Si parla anche di una stretta sulle banche, di un rapporto debito Pil in calo fino al 126,5% e di una flessione del tasso di disoccupazione addirittura fino al 7%.