Finanza Notizie Italia Draghi: su tassi negativi lancia appello a paesi euro in surplus. ‘Non vi stanno bene? Spendete di più’

Draghi: su tassi negativi lancia appello a paesi euro in surplus. ‘Non vi stanno bene? Spendete di più’

11 Ottobre 2019 15:56

I tassi negativi non vi stanno bene? Volete tassi più alti? Allora, spendete di più. Non in questi toni – ma il significato del messaggio è questo -, ma con il solito aplomb britannico che lo contraddistingue, il numero uno della Bce Mario Draghi ha commentato le conseguenze negative della politica monetaria di tassi al di sotto dello zero, inaugurata dalla banca centrale.

La frase, con cui il banchiere ha incitato i paesi dell’area euro caratterizzati da un surplus di bilancio a ricorrere a una politica fiscale più espansiva, è stata proferita in occasione della cerimonia con cui l’Università del Sacro Cuore di Milano, ovvero l’Università Cattolica, gli ha conferito la laurea honoris causa in economia.

“Una politica fiscale più attiva nell’area dell’euro permetterebbe di modificare più celermente quelle politiche dei cui effetti negativi su alcune categorie di cittadini e di intermediari siamo ben consapevoli”, ha detto Draghi, in un contesto in cui la polemica sui tassi negativi si sta facendo più accesa, soprattutto per il rischio che il salasso che le banche europee devono pagare soltanto per parcheggiare i loro depositi presso la banca centrale, venga condiviso anche con i clienti retail.

Rischio che si sta concretizzando, come dimostra la polemica che ieri ha visto protagonista soprattutto l’Italia, dopo che il numero uno di UniCredit, l’AD Jean Pierre Mustier, ha confermato l’intenzione di applicare tassi negativi ai correntisti con depositi al di sopra di 100mila euro.

Il monito di Draghi ai paesi in surplus di bilancio accompagna tra l’altro l’appello dei governi europei affinché la Germania e l’Olanda spendano di più in investimenti: appello rimandato però al mittente dai ministri rispettivi delle finanze. Nella lectio magistralis tenuta all’Università Cattolica, Draghi ha messo in evidenza la reslienza dell’euro e dell’Unione europea:

L’euro è popolare come mai prima d’ora e il sostegno all’Unione europea è ai massimi dai tempi della crisi”.  “Oggi sono coloro che dubitavano” dell’Unione europea e della Bce “a essere messi in discussione”, ha detto ancora Draghi, precisando che, comunque, “la creazione dell’Unione europea, l’introduzione dell’euro e l’attività della Bce hanno incontrato molti ostacoli e dovuto fronteggiare molte critiche”.

Nel corso del discorso proferito presso l’Università Cattolica, il numero uno della Bce – ancora per poco, visto che il suo mandato scade il prossimo 31 ottobre – ha difeso a spada tratta le varie misure lanciate da Francoforte, a partire dal periodo della crisi dei debiti sovrani.

In quello che è sembrato un nuovo affondo contro la Germania, o per lo meno contro i falchi tedeschi, Draghi ha affermato che “anche il non agire rappresenta una decisione”. Aggiungendo che, “auando l’inazione compromette il mandato affidato al policy maker dai legislatori, decidere di non agire significa fallire”.

“In molti casi i policy maker devono agire, consapevoli che le conseguenze delle loro decisioni sono incerte, ma convinti che l’inazione porterebbe a conseguenze peggiori e al tradimento del loro mandato“.

Oltre a far riferimento alla necessità che la Bce varasse, nel 2012, il piano OMT, il banchiere ha affermato anche che in generale tutte le misure varate dall’istituzione, tra tassi di interesse negativi e programmi di Quantitative easing, “hanno avuto un impatto sostanziale, contribuendo per 2,6 punti percentuali alla crescita del Pil nell’area dell’euro fra il 2015 e il 2018 e per 1,3 punti percentuali all’inflazione”.