Finanza Notizie Italia Di Maio promette: guerra seria a precariato, revisione Jobs Act e taglio licenziamenti selvaggi

Di Maio promette: guerra seria a precariato, revisione Jobs Act e taglio licenziamenti selvaggi

19 Giugno 2018 11:00

C’è la questione più specifica dei riders, con il caso Foodora esploso dopo che l’azienda ha minacciato di lasciare il paese; sullo sfondo, c’è una Italia alle prese con una disoccupazione giovanile ancora troppo alta, accompagnata dal precariato e dai licenziamenti selvaggi. La priorità del neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, è proprio questa: dire basta al precariato. Lo dice lui stesso, dopo aver incontrato ieri i vertici di Deliveroo, JustIt, Foodora, Domino’s Pizza e Glovo, rappresentanti della cosiddetta “Gig economy”.

L’obiettivo – conferma il leader del M5S – è quello di “fare una guerra seria al precariato” attraverso “una revisione del jobs act”, e “anche limitando i licenziamenti selvaggi“.

A Il Sole 24 Ore il vicepremier illustra quelli che sono i capisaldi del decreto dignità, che dovrebbe essere presentato alla fine del mese. 

Sulla novità che riguarda il capitolo tutele per i lavoratori 4.0, ovvero sul fatto che la soluzione è ora affidata a un tavolo negoziale e non più a un decreto legge, Di Maio tiene a precisare:

“Non c’e’ un cambio di rotta, sia ben chiaro. Abbiamo rilevato la disponibilità ad aprire un tavolo, ma se non sarà produttivo, sarà il Governo a normare il settore”.  Nei fatti, “non è un cambiamento di strategia, semplicemente dopo aver incontrato i rider, ieri abbiamo incontrato le aziende che si occupano di food delivery ed è emersa, sia dai rappresentanti delle aziende nazionali che internazionali, la disponibilità ad avviare un percorso condiviso per la creazione di un contratto per chi lavora nel settore”.

E “chissà che non si arrivi al primo contratto nazionale della Gig economy”.

Il ministro ha poi rassicurato sul fatto che “i tempi saranno stretti”, anche perchè “non è mia intenzione aprire un tavolo che duri all’infinito. Se c’è la possibilità di chiudere con soddisfazioni delle parti si crea un percorso e si porta avanti. I tempi saranno chiari appena aziende, rider e organizzazioni sindacali si incontreranno al Ministero”.

Intanto Di Maio accoglie con favore le notizie arrivate da Berlino, che hanno visto la cancelliera Angela Merkel mostrare un’apertura alla possibilità che si dia il via a una discussione sul possibile utilizzo dei fondi Ue per finanziare il cavallo di battaglia del M5S, ovvero il reddito di cittadinanza.

“Sono molto contento che oggi (ieri per chi legge) al vertice tra il premier Conte e la cancelliera Merkel ci sia stata la disponibilità a discutere di fondi europei da destinare al reddito di cittadinanza e ai centri per l’impiego“.

“Giovedì a Lussemburgo chiederò di incontrare al Consiglio dei ministri del Lavoro dell’Ue il ministro del Lavoro tedesco, perchè ho intenzione di portare avanti un progetto con loro, visto che hanno i Centri per l’impiego più efficienti d’Europa. Centri che non devono essere una umiliazione per i giovani che cercano lavoro, devono essere una opportunità perché in molte regioni in Italia sono in balia di se stessi”.

Più in generale sul lavoro, dopo aver incontrato i rappresentanti delle aziende del food delivery, Di Maio conferma:

“La mia grande battaglia contro il precariato parte da questo tavolo (sui rider) a cui le aziende hanno dato la loro disponibilità a discutere e che spero possa avviare un percorso non solo nazionale ma europeo per dare più diritti e dignità a chi lavora, soprattutto ai più giovani“.

“L’uomo ha un valore – ha continuato il ministro – soprattutto i nostri ragazzi che non si possono abituare all’idea che si possa lavorare senza guadagnare”.
 
Tutto questo, mentre arriva la nota dell’Ocse, da cui emerge che l’Italia si aggiudica la pagella più brutta dell’area euro.
Dall’ultimo report stilato dall’Ocse, si prevede per il paese il tasso di crescita del Pil più basso dell’Eurozona, per il 2018 e 2019, rispettivamente del  +1,4% e 1,1%.

Il prodotto interno lordo dell’Eurozona è atteso in crescita del 2,2% nel 2018 e del 2,1% nel 2019, mentre per l’intera area Ocse le stime sono di una espansione rispettivamente del 2,6 e 2,5%.