Finanza Notizie Italia Decretone: quota 100 e reddito di cittadinanza. Tutti i requisiti per accedervi

Decretone: quota 100 e reddito di cittadinanza. Tutti i requisiti per accedervi

18 Gennaio 2019 08:56

I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini gongolano: quelle due misure che hanno tanto sbandierato nelle campagne elettorali (rispettivamente, di M5S e Lega), quei due cavalli di battaglia contenuti nel contratto di governo, sono diventati realtà. Ieri il Consiglio dei Ministri ha varato infatti il decretone, il provvedimento che contiene il reddito di cittadinanza e l’inizio della rottamazione della riforma Fornero con quota 100. A proposito della Fornero, Salvini non ha risparmiato una dedica al vetriolo, rivolta anche all’ex premier Mario Monti:

La “Fornero si prepari a piangere ancora – ha detto – “Dedico questa decina di paginette alla signora Fornero, la signora piangente, e al signor Monti, non se ne fanno ancora una ragione…io conto di fare il ministro ancora a lungo”.

Il vicepremier, leader della Lega e ministro dell’Interno, ha illustrato il suo cavallo di battaglia di quota 100 sottolineando che la misura, pensata per agevolare il pensionamento anticipato, prevede “62 anni e 38 anni versamenti senza penalizzazione ed è solo il punto di partenza, l’obiettivo è quota 41 (e qui è stata aggiunta la frase: la Fornero si prepari a piangere ancora)”. 

Dal decretone emerge che, nel settore privato, potrà beneficiare del pensionamento anticipato chi ha maturato i diritti a quota 100 entro il 31 dicembre 2018, andando in pensione dal primo aprile 2019; chi matura i diritti dal primo gennaio 2019 avrà diritto alla pensione tre mesi dopo.

Per i dipendenti pubblici, i termini sono diversi. Per chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 l’accesso alla pensione sarà possisibile a partire dal primo agosto, mentre per gli altri la decorrenza scatterà sei mesi dopo la maturazione dei requisiti con l’obbligo di preavviso di sei mesi.

Tradotto in termini pratici, il decretone prevede la possibilità di andare in pensione anticipata dal 1° aprile per i lavoratori privati (con finestre di tre mesi successive) e dal 1° agosto per i lavoratori pubblici con finestre successive di 6 mesi.

Per i dipendenti pubblici che andranno in pensione da quest’anno, la liquidazione verrà anticipata con un finanziamento bancario fino a 30.000 euro, con interessi al 95% a carico dello Stato, precisa Il Sole 24 Ore.

Così Salvini stesso ha detto, rivolgendosi agli statali: Ci sarà “subito la liquidazione per il settore pubblico, 30 mila euro cash”. Con quota 100, “non c’è nessuna penalizzazione e nessun taglio, sarà una libertà di scelta”.

Riguardo al reddito di cittadinanza, misura su cui ha puntato tutto Luigi Di Maio, la misura avrà una durata di 18 mesi e riguarderà circa 5 milioni di persone e 255.000 nuclei familiari con disabili. Dalla relazione tecnica dell’ultima bozza del decretone successiva al Consiglio dei ministri, emerge che sono 1,32 milioni i nuclei familiari che beneficeranno del reddito di cittadinanza, di cui 164 mila stranieri.

Secondo una tabella riportata sempre nella relazione, nel complesso i nuclei di soli stranieri sono pari a 256 mila: di questi 92 mila non potranno accedere però al reddito in quanto non “lungosoggiornanti” e non residenti da almeno 10 anni nel territorio italiano.

Così come per quota 100, il reddito sarà operativo a partire da aprile. Per la precisione, l’iter partirà ufficialmente a marzo, quando sarà possibile farne richiesta, in attesa delle prime card che potranno essere utilizzate da aprile.

La domanda potrà essere presentata alle Poste, online o ai Caf e sarà valutata dall’Inps che verificherà i requisiti. Tra questi: Isee inferiore a 9.360 euro, un patrimonio immobiliare inferiore ai 30mila euro e disponibilità finanziarie inferiori a 6.000 euro.

L’assegno base dovrà essere speso entro il mese: per i single sarà di 500 euro e potrà arrivare a 780 solo se si vive in affitto (+280 euro di contributo). Scende a 650 euro se si paga un mutuo. Per le famiglie l’importo sale progressivamente fino ad arrivare a 1.330 euro per i nuclei con due adulti e tre figli di cui uno maggiorenne e due minorenni.