Scheda ETF
Nome: BNPP Easy Value Europe UCITS ETF
Dati principali

Nome: | BNPP Easy Value Europe UCITS ETF | |
Sottostante: | BNP Paribas Equity Value Europe TR Index | |
Mercato di riferimento: | Azionario Europa | |
Emittente: | BNP Paribas AM | |
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Valori | |||||||||||||||||||||||
Ultimo Valore: 118,9 EUR Data: 5.3.2021 Massimo (giorno): 118,9 Minimo (giorno): 118,88 | |||||||||||||||||||||||
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Descrizione e commento: |
Il BNPP Easy Value Europe UCITS ETF permette di prendere posizione sull'azionario europeo focalizzandosi sulle azioni di società dell’area euro caratterizzate da prospettive di utili elevati. Le azioni value sono infatti titoli dotati di solidi fondamentali, che godono di rilevanti aspettative circa una crescita degli utili, e quindi in linea teorica anche di una politica dei dividendi più generosa rispetto a quella della media del mercato. L'ETF prevede un meccanismo di replica fisica ottimizzata. I dividendi vengono capitalizzati all'interno del fondo. |
Sintesi: |
IlBNPP Easy Value Europe UCITS ETF consente l’investimento su un paniere ben diversificato di titoli europei caratterizzati da prospettive di alti tassi di crescita degli utili. Si tratta di uno strumento da privilegiare in fasi di mercato moderatamente rialziste. |
Indice sottostante: |
L'indice BNP Paribas Equity Value Europe è un indice azionario europeo che misura le prestazioni delle società europee che risultano attraenti in base al fattore “value”. La performance dell'indice comprende i dividendi pagati dalle azioni che compongono l'indice. La composizione dell'indice di riferimento viene riesaminata su base mensile. |
Strategia: |
Le migliori condizioni operative per lo strumento sono rappresentate da mercati azionari rialzisti ma non euforici. Nella fase indicata infatti gli operatori fanno ancora riferimento nelle loro scelte di investimento ai fondamentali piuttosto che a entusiastiche valutazioni sulle prospettive di crescita. |
Fattori di rischio: |
Data l’elevata presenza all’interno del paniere di titoli appartenenti a settori industriali, dei beni di consumo ciclici e dei bancari (le tre categorie maggiormente rappresentate con una quota complessiva di circa il 55%), lo strumento potrebbe risentire di una fase di rallentamento del ciclo economico. La concentrazione sull’area euro, pur riducendo drasticamente il rischio cambio (legato solo a un eccessivo apprezzamento dell’euro che renderebbe meno competitive le esportazioni), fa sì che la diversificazione geografica in altre aree del mondo sia assente. Questo determina inoltre, considerato il livello relativamente più alto dell’indebitamento aziendale nell’area euro, che lo strumento possa risentire negativamente di un incremento dei tassi d’interesse. |
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