Finanza Notizie Mondo Forbes e le 100 donne più potenti del mondo: al primo posto Merkel, seguono Lagarde e Nancy Pelosi

Forbes e le 100 donne più potenti del mondo: al primo posto Merkel, seguono Lagarde e Nancy Pelosi

13 Dicembre 2019 12:05

La donna più potente del mondo, secondo Forbes? In pole position c’è la cancelliera tedesca Angela Merkel, il cui nome è comparso già 14 volte nei 16 anni della storia della classifica “World’s Most Powerful Women” della nota rivista americana.

Subito dopo di lei, al secondo posto, la neo presidente della Bce Christine Lagarde, che ha preso il posto dell’istituzione di Francoforte lo scorso 1° novembre, a seguito delle dimissioni di Mario Draghi del 31 ottobre. Proprio Lagarde ieri ha tenuto a smarcarsi dal suo predecessore, chiedendo alla stampa, in occasione della conferenza stampa successiva alla prima riunione del Consiglio direttivo della Bce da lei presieduto, di non fare paragoni tra lei e gli ex numeri uno della banca centrale. L’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha guadagnato una posizione rispetto allo scorso anno; terza la Speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, la democratica Nancy Pelosi; quarta, la neo presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.

Al quinto posto la numero uno del colosso automobilistico americano General Motors, la ceo Mary Barra. La classifica, che presenta le 100 donne più potenti del mondo del 2019, è composta da donne attive in sei categorie: business (31 sono i nomi), tecnologia (17), finanza (12), media e intrattenimento (14), politica (22) e filantropia (4).

Insieme, queste donne controllano o influenzano un giro d’affari superiore ai $2,3 trilioni e sono a capo di quasi 6,5 milioni di dipendenti. Per determinare l’influenza delle donne in ognuna delle categorie considerate, così come in generale, Forbes ha utilizzato quattro parametri: i soldi, la visibilità nei media, l’impatto e le sfere di influenza.

La rivista ha definito il termine potere come: hard power (valute e società); potere dinamico (audience, comunità e influenza creativa) e soft power (quello che i leader fanno esercitando la loro influenza).

Moira Forbes, direttore generale e vicedirettore esecutivo di ForbesWomen, ha affermato che la classifica mette in evidenza i progressi impressionanti che le donne hanno fatto negli ultimi dieci anni, riuscendo a ribaltare gli stereotipi tradizionali di genere. La classifica di quest’anno delle Donne più potenti del mondo include innovatrici e provocatrici che guidano il mondo, ridefinendo l’architerrura del potere tradizionale e forgiando un impatto durevole in ogni settore e sfera di influenza”.

“Mentre ci avviciniamo alla fine di questo decennio, la nostra classifica del 2019 ci ricorda gli enormi progressi che sono stati compiuti dalle donne, e la grande opportunità di cui dispongono per definire il prossimo decennio”, ha aggiunto Moira Forbes.

La lista include donne di sette generazioni provenienti da 32 destinazioni diverse. Greta Thunberg, nominata Persona dell’Anno dal Time, occupa la 100esima posizione, ed è la donna più giovane della classifica, con i suoi 16 anni. Tra le donne più anziane, figura la Regina Elisabetta, al 40esimo posto.

Tra le new entry si segnalano Kristalina Georgieva, che ha preso il posto di Christine Lagarde diventando direttrice del Fondo monetario Internazionale (15esima posizione nella classifica di Forbes); Jessica Tan, co-CEO, CIO and COO di Ping An Group (22nd); Nirmala Sitharaman, ministra delle Finanze in India (34esimo posto); e la cantante-cantautrice e imprenditrice Rihanna (61esima posizione).

Delle donne presenti nella lista, quelle provenienti dall’America del Nord sono le più numerose (50), seguite da quelle originarie dell’area Asia Pacifico (21), dell’Europa (23), del Medio Oriente (3), dell’America Latina (2) e dell’Africa (una).

Nella classifica compare anche il nome di Nicola Sturgeon, premier scozzese e leader dell’SNP, Scottish National Party, che ha come obiettivo, soprattutto a seguito del successo incassato dal suo partito nelle elezioni generali del Regno Unito, di indire un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia da Londra.