Finanza Notizie Mondo Guerra commerciale: i dazi li pagheranno anche i clienti di BMW. Rincari per questi SUV

Guerra commerciale: i dazi li pagheranno anche i clienti di BMW. Rincari per questi SUV

30 Luglio 2018 10:45

La guerra commerciale Usa-Cina, iniziata ufficialmente all’inizio di luglio con l’entrata in vigore delle tariffe punitive volute da Donald Trump sui prodotti cinesi, per un valore di $34 miliardi e con la ritorsione di Pechino, che ha imposto dazi dello stesso ammontare sui beni importati dagli Usa, continua a dispiegare i suoi effetti.

Nel fine settimana il colosso tedesco dell’auto BMW ha diramato un comunicato annunciando che, a partire da oggi, lunedì 30 luglio, i prezzi retail dei suoi popolari SUV X5 e X6 saranno interessati da rincari tra il 4% e il 7%. I crossover sono prodotti negli Stati Uniti e, pertanto, rientrano nella categoria delle auto importate dalla Cina prodotte in territorio Usa che sono state colpite da dazi di ben il 40%.

“BMW è a favore del libero scambio, ma non può rimanere ferma senza prendere provvedimenti e rispondere ai cambiamenti di mercato”, ha detto un portavoce dell’azienda, in un messaggio inviato per email a Reuters.

I modelli X4, X5 e X6 dei SUV del colosso sono particolarmente popolari in Cina: basti pensare che, lo scorso anno, il produttore tedesco di auto ha consegnato al paese più di 100.000 veicoli prodotti negli Usa. Nell’annunciare il rialzo dei prezzi, BMW non ha fatto alcun riferimento al modello X4, limitandosi a parlare di rincari per i SUV X5 e X6.

Il rincaro, di entità limitata, sembra confermare che BMW, così come altri giganti del settore dell’auto, sia intenzionata per ora a incassare direttamente il grosso dei dazi, al fine molto probabilmente di non rischiare perdite in termini di competitività. La stessa americana Ford, a tal proposito, ha reso noto di non pianificare alcun aumento dei prezzi retail delle sue auto, per non frenare il momento positivo del proprio business (frenare dunque la propensione agli acquisti dei consumatori).

Tuttavia, in alcuni casi i costi maggiori che incomberanno sui consumatori finali saranno inevitabili.

Reuters riporta le dichiarazioni di diverse concessionarie di auto con sede in Cina, che hanno riferito che Mercedes benz, marchio di lusso di proprietà di Daimler, ha alzato a metà luglio i prezzi del suo SUV GLE, prodotto nello stato americano dell’Alabama, in Cina.

E’ in questo contesto che si apprende che alti funzionari governativi di diverse nazioni produttrici di auto si incontreranno nei prossimi giorni, a Ginevra, per discutere su come rispondere a quelle che finora sono le minacce di Trump- più volte ribadite, in realtà – di imporre dazi sulle importazioni americane di auto e componenti auto estere.

Tali minacce di dazi, che si vocifera potrebbero essere pari al 25%, sono state ampiamente criticate non solo dai diretti interessati, ma anche dai governi di paesi stranieri e da un’ampia platea di economisti, che hanno avvertito che la loro imposizione danneggerebbe le vendite di auto, con gravi ripercussioni sull’occupazione a livello globale.

Il vertice è atteso per domani, 31 luglio, stando a quanto un funzionario canadese e messicano hanno riferito a Reuters.

“Il meeting è stato indetto per riunire le principali nazioni produttrici di auto, in modo tale da discutere sui nostri timori, legati all’indagine ‘Section 232’ del dipartimento del Commercio Usa, lanciata sulle auto e sulle componnti auto”, ha detto un funzionario governativo del Canada.

Il ministero dell’economia del Messico ha confermato inoltre che il vice ministro dell’Economia Juan Carlos Baker si recherà a Ginevra per “riunioni di lavoro concernenti diversi temi”, e per incontrare anche il numero uno del World Trade Organization (Organizzazione Mondiale del Commercio), Roberto Azevedo.

Il sito dello stesso WTO annuncia che Azevedo incontrerà Baker già nella giornata di oggi, per poi vedere il vice ministro del Commercio canadese Timothy Sargent e il vice ministro degli Esteri giapponese Kazuyuki Yamazaki domani.