Finanza Notizie Mondo Dibattito presidenziale Usa: Trump e Biden si scontrano su COVID, salario minimo, legami con Russia e Cina

Dibattito presidenziale Usa: Trump e Biden si scontrano su COVID, salario minimo, legami con Russia e Cina

23 Ottobre 2020 07:56

L’ultimo dibattito presidenziale Usa è stato caratterizzato da toni sicuramente meno caotici e più civili, in generale, rispetto al primo dello scorso 30 settembre, quando il moderatore fece decisamente fatica a tenere sotto controllo i due sfidanti. Interruzioni continue e continui botta e risposta avevano portato molti esperti a definire quel dibattito  il peggior dibattito presidenziale della storia degli Stati Uniti.

Irrefrenabile e incontenibile soprattutto il presidente Donald Trump, con i suoi toni solitamente aggressivi.

Dopo la parentesi #TrumpHasCovid – che ha certo segnato questa campagna elettorale, già di per sé storica in tempi di pandemia da coronavirus -;  dopo il secondo confronto a distanza tra Trump e Biden, che ha visto il presidente inciampare, in modo particolare, proprio sul COVID e le mascherine e Biden confermare una sorta di svolta green per gli Stati Uniti,  si è tenuto ieri l’ultimo dibattito presidenziale prima delle elezioni.

A 12 giorni al giorno dell’Election Day del prossimo 3 novembre, Trump e Biden si sono confrontati per l’ennesima volta su diverse questioni, pandemia inclusa.

L’evento si è tenuto presso la Belmont University di Nashville, Tennessee, con la moderatrice della rete NBC News Kristen Welker, che è riuscita a frenare gli scatti dei due sfidanti che, stavolta, sono stati capaci di mostrare, entrambi, un atteggiamento più cordiale nei confronti dell’altro.

Ci aspetta un inverno nero”. Così il candidato democratico Joe Biden riferendosi alla pandemia del coronavirus. “E Trump non ha un piano chiaro, così come non c’è alcuna prospettiva che un vaccino sarà disponibile per la maggior parte della popolazione, fino alla metà dell’anno prossimo”.

Biden ha promesso, dal canto suo, che quello che farà se sarà eletto presidente Usa, sarà “chiudere il virus, non il paese“, e che “è necessario che gli Stati Uniti aprano in sicurezza, e che ci siano risorse a disposizione per farlo”. Ancora, rivolgendosi a Trump: “Pagherai il prezzo se interferirai con il risultato delle elezioni”.

Trump ha ribattuto prontamente: “Non credo affatto che ci stiamo dirigendo verso un inverno nero. Stiamo aprendo il nostro paese, abbiamo imparato, studiato e compreso la malattia, cosa che non avevamo fatto all’inizio”. Il presidente Usa ha accusato inoltre Biden di averlo criticato nei primi mesi della pandemia, per la sua decisione di applicare restrizioni sui viaggi dalla Cina. “Ora dice che sarei dovuto intervenire più velocemente. Ma lui mica si è mosso più velocemente, è rimasto mesi dietro di me”.

Ancora Trump: “Un vaccino sarà disponibile tra qualche settimana; la sua disponibilità non è garantita ma arriverà entro la fine dell’anno, e non ci sarà alcun inverno nero a causa del COVID. Stiamo imparando a vivere con il virus, non abbiamo altra scelta, e non possiamo tenere questo paese chiuso”.

Altro tema è stato quello dei rapporti dei due candidati con i paesi stranieri. Trump ha puntato il dito contro i presunti rapporti che Biden ha con la Russia. “Joe ha ricevuto $3,5 milioni dalla Russia, tramite Putin, perchè era in buoni rapporti con il sindaco di Mosca. Io non ho preso mai soldi dalla Russia. La Russia ti ha pagato molti soldi, e probabilmente lo sta facendo ancora. Credo che tu debba una spiegazione al popolo americano”.

Biden ha replicato: “Non ho mai preso un centesimo da un paese straniero in tutta la mia vita. Abbiamo compreso invece che questo presidente fa affari in Cina, ha un conto corrente segreto in Cina, e parla di me che prendo soldi. Non ho assolutamente preso un centesimo da un solo paese”.

La Russia, ma anche la Cina rimangono però il tallone d’Achille di Joe Biden, come dimostrano gli attacchi di Trump allo sfidante anche in occasione del primo dibattito, quando il presidente fece chiaramente riferimento agli affari del figlio dello sfidante, nel paese:

Tuo figlio va lì facendo milioni di dollari”. Il riferimento era stato a Hunter Biden, secondo figlio di Joe Biden, tra gli investitori in Face++, startup cinese di riconoscimento facciale che lavora con il governo di Pechino sulla sorveglianza della minoranza musulmana nello Xinjiang.

E ancora, aveva detto allora: “Non è per caso vero, giusto per curiosità, che la moglie del sindaco di Mosca ha dato a tuo figlio $3,5 milioni? – aveva insistito Trump, sulla base di rumor in realtà non ancora confermati.

C’è da dire che stavolta Biden ha avuto come asso nella manica le recenti indiscrezioni del New York Times, secondo cui Trump avrebbe un conto corrente in Cina. Ma, a tal proposito, Trump ha detto di aver chiuso quel conto prima di correre per diventare presidente degli Stati Uniti.

Altra questione scottante dibattuta è stata quella del salario minimo. Trump e lo sfidante democratico alle elezioni presidenziali hanno confermato di avere profonde differenze riguardo al tema. Il salario minimo nazionale, negli States, è pari al momento a 7,25 dollari l’ora: il presidente ritiene che il suo eventuale innalzamento dovrebbe essere a discrezione dei singoli stati, mentre Biden propone un salario minimo nazionale di 15 dollari.

“Non si aiutano le piccole imprese alzando il salario minimo – ha detto Trump- Dovrebbe essere lo stato a decidere. Lo stato dell’Alabama è diverso da quello di New York. New York è diversa dal Vermont. Ogni stato è diverso. Dobbiamo aiutare le nostre piccole imprese”.

Alla domanda specifica del moderatore se sia favorevole o meno ad alzare il salario minimo, Trump ha risposto: “Considererei di farlo fino a un certo punto. Ma non a un livello che farebbe chiudere tutte queste imprese. Dovrebbe decidere lo stato – ha ripetuto – In alcuni stati, 15 dollari non sarebbero così male. In altri, sarebbero ok”.

Biden ha replicato che “queste sono persone che fanno due lavori, perchè uno è essere al di sotto della soglia della povertà. C’è gente che guadagna $6, $7 l’ora….merita un salario minimo di $15. Qualsiasi cosa al di sotto significa essere sotto la soglia della povertà. E non c’è alcuna prova che, con l’aumento del salario minimo, le imprese falliscano”.