News Notiziario Notizie Germania Bce sul tavolo dilemma crescita e inflazione: “serve tempo per valutare effetti della guerra in Ucraina”

Bce sul tavolo dilemma crescita e inflazione: “serve tempo per valutare effetti della guerra in Ucraina”

10 Marzo 2022 09:20

Il market mover di giornata è rappresentato dal meeting della Banca centrale europea (Bce). La situazione è cambiata radicalmente nelle ultime settimana dopo la notizia dell’invasione russa dell’Ucraina che ha di fatto aumentato l’incertezza degli addetti ai lavori sugli scenari economici complicando ulteriormente la situazione per i banchieri centrali de consiglio direttivo della Bce.

“Fino a due settimane ci appariva estremamente probabile che il Consiglio Direttivo potesse rivedere il posizionamento ultra-accomodante dell’istituto centrale per fronteggiare le crescenti pressioni inflazionistiche. Ora le nostre attese sono fissate su una conferma delle strategie monetarie in essere (tassi di interesse e piani di acquisto di asset invariati)”, ricorda Filippo Diodovich, senior market strategist di Ig Italia.

“Crediamo che la Bce nel primo meeting in tempi di guerra nel Vecchio Continente non possa permettersi di cambiare politica monetaria, mettendo a rischio la stabilità finanziaria dell’area euro, non conoscendo ancora gli effetti negativi della guerra in Ucraina sulla crescita economica – aggiunge Diodovich -. Sicuramente il presidente Christine Largarde confermerà la possibilità di intervenire per modificare le strategie monetarie in caso di necessità”. Nel dilemma tra stabilità finanziaria e pressioni inflazionistiche Ig crede che i banchieri centrali europei sceglieranno la prima opzione mantenendo un ampio spazio per poter intervenire in seguito.

“La via per una normalizzazione della politica monetaria sarà ancora molto lunga. Tuttavia, la divergenza tra la politica monetaria della Bce e quella delle altre banche centrali (BoE e Federal Reserve) sarà sempre più ampia e porterà delle conseguenze soprattutto sul mercato valutario con un probabile deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro”, conclude l’esperto.