News Notiziario Notizie Altri paesi Europa Sentenza Karlsruhe, la Bce sta lavorando a piano emergenza per continuare QE senza Bundesbank

Sentenza Karlsruhe, la Bce sta lavorando a piano emergenza per continuare QE senza Bundesbank

26 Maggio 2020 16:26

La Banca centrale europea sta lavorando su alcuni piani di emergenza per continuare a portare avanti il suo piano di Quantitative easing anche senza la partecipazione della Bundesbank, nel caso in cui Karlsruhe decidesse di costringere la banca centrale a ritirarsi dal programma. E’ quanto riporta Reuters.

Lo scorso 5 maggio, con una sentenza shock, la Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe ha lanciato, di fatto, un ultimatum alla Bce.

O Christine Lagarde & colleghi spieghino entro l’arco dei prossimi tre mesi il perché questo piano PSPP (acquisto di asset, più noto come QE) sia così importante, oppure la Bundesbank, banca centrale tedesca, non vi parteciperà più. Secondo i giudici, la Bce è andata oltre il suo mandato, in quanto non è riuscita “a garantire il necessario equilibrio tra l’obiettivo di politica monetaria prefissato (ovvero la stabilità dei prezzi) e tra gli effetti sulla politica economica derivanti dall’applicazione del programma (QE)”, dunque a non rispettare il principio della proporzionalità.

Il messaggio è scritto nero su bianco: quel programma è frutto di una decisione della Bce “ultra vires”, dunque al di là dei suoi poteri. Di conseguenza, “la Bce ha tre mesi di tempo per dimostrare che gli obiettivi di politica monetaria perseguiti dal programma di acquisto di titoli pubblici non sono sproporzionati rispetto agli effetti di politica fiscale ed economica derivanti dal programma”.

Nel riportare i rumor, Reuters scrive che, nel caso in cui si dovesse concretizzare il worst-case scenario, ovvero se l’Alta corte tedesca imponesse alla Bundesbank di Jens Weidmann lo stop al piano di QE, la Bce lancerebbe un’azione legale senza precedenti contro la banca centrale tedesca, il suo principale azionista, al fine di riportarla nelle sue fila. La mossa, si legge nell’articolo, rappresenterebbe il momento della verità per l’euro, mettendo alla prova l’impegno della Germania a garantire la sopravvivenza di una valuta comune che Berlino ha tanto voluto creare.