Notiziario Notizie Altri paesi Europa Grecia, per Tsipras aiuti Bce non sono più cruciali. Ora il paese ha paura dell’Italia e della Germania

Grecia, per Tsipras aiuti Bce non sono più cruciali. Ora il paese ha paura dell’Italia e della Germania

6 Dicembre 2017 12:28

In Grecia si è appena verificato qualcosa che non accadeva da più di un decennio, ovvero la crescita del Pil per il terzo trimestre consecutivo. Nei tre mesi terminati a settembre, il prodotto interno lordo è salito dello 0,3%, dopo il +0,8% del secondo trimestre. Su base annua, la performance è stata di una espansione dell’1,3%.

La strada per la ripresa del paese soffocato dalle misure di austerity imposte dalla troika (Bce-Ue-Fmi) è ancora lunga, e il malcontento della popolazione stremata dalla richiesta di continui sacrifici non si è certo dissipato. E’ di qualche giorno fa la notizia dei violenti scontri tra manifestanti e polizia ad Atene, dopo il nuovo accordo con i creditori.  Un accordo che, peraltro, limita anche il diritto di sciopero. Ma è indubbio che qualcosa si stia muovendo nel paese, se si considera l’intervista che lo stesso premier Alexis Tsipras ha rilasciato alla Cnbc, affermando, addirittura, di non ritenere più vitale per il paese il piano di Quantitative easing con cui la Bce di Mario Draghi acquista gli asset – debiti sovrani e corporate – dei membri dell’Eurozona.

Indicativo mettere in evidenza come, mentre l’area euro trema soltanto all’idea di non potere più beneficiare, un giorno, della massiccia iniezione di liquidità che ha garantito la ripresa della sua economia (a dispetto delle rassicurazioni di Draghi), e mentre economisti e strategist si interrogano su quale sarà l’effetto sull’Italia del ritiro graduale del bazooka monetario, fino a oggi onnipresente scudo per i BTP, Tsipras sottolinea:

“Credo che aderiremo al programma di Quantitative easing, ma non si tratterà di qualcosa di tanto cruciale, contrariamente a quanto si pensasse prima“.

In realtà, al momento, la Grecia non ha ancora il diritto ad aderire al QE, e questo perchè il suo debito pubblico ha un rating più basso di quello richiesto, che è “l’investment grade”.

Tuttavia, le agenzie di rating potrebbero cambiare idea e rivedere al rialzo le valutazioni, nel caso in cui Atene riuscisse a concludere con successo il terzo programma di bailout – rispettando le richieste dei creditori – e soprattutto se fosse in grado di ristrutturare i propri debiti.

In precedenza, Tsipras aveva affermato che un eventuale acquisto dei bond greci da parte della Banca centrale europea avrebbe sostenuto l’interesse degli investitori verso il paese, sostenendo così la ripresa dell’economia.

“Prima della revisione del secondo bailout eravamo dellì’idea che il Quantitative easing fosse la chiave per accedere al mercato. Ma non era vero. Gli ultimi sviluppi mostrano come non fosse una precondizione”.

La Grecia è tornata infatti sui mercati due volte quest’anno, ricevendo l’attenzione crescente degli investitori. Le previsioni sono di due altre operazioni di finanziamento sui mercati prima della scadenza del piano di bailout attuale, prevista per l’agosto del 2018.

A tal proposito, l’ironia della sorte, ora, è che a spaventare Atene sono l’Italia e la Germania, a causa dell’incertezza politica che caratterizza entrambi: l’Italia, per le elezioni politiche, e la Germania, per l’incognita sulla formazione di un nuovo governo.

Non è escluso assolutamente che proprio l’incapacità della cancelliera Angela Merkel finisca con il far tornare alle urne i tedeschi. Tra l’altro, è stata la stessa Merkel a ritenere che “nuove elezioni siano la soluzione migliore”.

Di queste incognite il governo di Tsipras è ben consapevole, tanto che il ministro dell’economia Dimitris Papadimitriou ha detto chiaramente due giorni fa, intervistato sempre dalla Cnbc, che Atene sta considerando misure fiscali precauzionali proprio per mettersi in sicurezza di fronte ai problemi dei due paesi.

“Non sappiamo cosa accadrà in Italia, e non sappiamo cosa succederà in Germania, dunque gli interrogativi sono significativi – ha sottolineato – Credo che l’uscita (dal programma di bailout) possa avvenire in modo ordinato ma comunque stiamo accantonando risorse nel caso in cui qualcosa accada, non necessariamente in Grecia. Sapete che ci troviamo, d’altronde, in una Unione europea instabile, e bisogna tenersi pronti non solo guardando a casa propria ma anche a quanto potrebbe accadere ai vicini”.

A tal proposito, non si può non fare riferimento alla nota di Bank of America Merrill Lynch, riferita all’azionario italiano, dal titolo inequivocabile: “Enjoy it while it lasts”. Ovvero, godetevela finché dura.

Intervistato da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, il responsabile strategist investimenti Michael Hartnett ha precisato che per ora “siamo bullish”, ma ha anche aggiunto di credere che “lo spazio di crescita sia più a breve termine che a lungo termine”.

Hartnet teme che i mercati saranno “molto veloci a optare per le prese di profitto se cattive notizie emergeranno in primavera”, in occasione delle elezioni politiche italiane.

Tutto questo, mentre la Grecia continua a beneficiare dell’interesse degli investitori. Come ha detto anche il ministro e portavoce del governo Dimitris Tzanakopoulo, “ci sono molti investitori americani che sono interessati a partecipare a progetti in Grecia, visto che ogni investitore mostrerebbe interesse verso una economia che inizia ad assistere a tassi di crescita positivi”.