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Bce: ‘redditività banche Eurozona non tornerà a livelli pre-pandemia prima del 2022’

25 Novembre 2020 11:12

Brutte notizie per le banche, soprattutto nel momento in cui la speranza del settore è quella di ricevere il prima possibile dalla Bce il via libera al ripristino dei dividendi.

Il quadro presentato dalla stessa Bce non è dei migliori. Nell’ultimo report sulla stabilità finanziaria, la Bce ha scritto di ritenere che la redditività delle banche dell’area euro non tornerà ai livelli precedenti la pandemia coronavirus COVID-19 prima del 2022.

Ancora peggio:

“Con il recente balzo delle infezioni e le nuove misure di contenimento (in alcuni casi anche di lockdown), è probabile che le stime sulla redditività (del settore) verranno riviste al ribasso, anche per l’incertezza su quando un vaccino (anti-Covid) potrà essere effettivamente disponibile per una fetta più ampia della popolazione”.

Oggi il Financial Times ha pubblicato un’intervista rilasciata dal vice presidente del board di vigilanza della Bce, Yves Mersch. Mersch ha fatto capire che l’alt alla distribuzione dei dividendi agli azionisti delle banche dell’Eurozona, imposto a marzo dalla banca centrale, avrebbe i giorni contati, sottolineando però anche che lo stop al congelamento delle cedole non necessariamente corrisponderà al desiderio della banca centrale di agire in tal senso.

Inoltre, a suo avviso le banche dell’Eurozona potranno tornare a erogare i dividendi a partire dal prossimo anno, ma con un se: dovranno riuscire a convincere le autorità di vigilanza che i loro bilanci siano sufficientemente solidi da riuscire a contrastare gli effetti economici e finanziari provocati dalla pandemia del coronavirus.

Quest’ultimo report sulla stabilità finanziaria stilato dalla Bce di certo non depone a loro favore, soprattutto laddove sottolinea che gli utili delle banche “rimarranno deboli per tutto il 2021”, ostacolando il credito all’economia reale.

Nel report si legge di fatto che “la debolezza continua della redditività potrebbe essere di ostacolo alla capacità delle banche di sostenere i prestiti all’economia reale nell’arco dei prossimi mesi, considerando anche che i tassi di interesse rimarranno bassi per un periodo significativo di tempo”.