News Finanza Notizie Italia UniCredit sotto pressione in Borsa dopo rumor piano Orcel in Russia. Paga anche calo Ftse Mib di oltre -2%

UniCredit sotto pressione in Borsa dopo rumor piano Orcel in Russia. Paga anche calo Ftse Mib di oltre -2%

5 Luglio 2022 14:48

Titolo UniCredit sotto pressione, in concomitanza con il peggioramento dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari che, alle 14.40 ora italiana, cede più del 2%. Il titolo della banca italiana rimane osservato speciale dopo le indiscrezioni di Bloomberg, secondo cui il ceo Andrea Orcel avrebbe un piano: vendere la divisione russa in modo da ricomprarla quando la situazione geopolitica migliorerà.

Stando a fonti interpellate dall’agenzia di stampa, Orcel starebbe considerando l’opzione di mettere in vendita la controllata russa attraverso una struttura che permetterebbe un suo eventuale riacquisto in seguito, a seconda delle condizioni geopolitiche e di mercato.

L’agenzia di stampa ricorda che UniCredit ha già incassato un onere di 1,85 miliardi di euro legato alla sua unità russa, e che il ceo Orcel sta cercando di concludere un accordo che limiti il più possibile ulteriori perdite a carico della banca italiana, legate alla guerra in Ucraina.

Ad affossare l’azionario globale è l’alert recessione, scattato in Europa dopo la diffusione dell’indice Sentix Economic, che ha mostrato come il morale degli investitori sia crollato nell’area euro al minimo dal maggio del 2020.

L’euro viene tartassato dai sell, sulla scia delle preoccupazioni degli investitori per il rischio recessione per l’area euro, fomentato anche dal nuovo aumento dei prezzi del gas naturale.

Il prezzo del gas europeo al TTF di Amsterdam è arrivato a 173,5 euro per megawatt ora, quasi 10 volte i livelli di un anno fa. Situazione che pesa sull’euro che è sceso al minimo da dicembre 2002 rispetto al dollaro, complice anche il tonfo dell’indice PMI composite dell’area euro, sceso a giugno a un minimo di 16 mesi di 52. Futures Usa in peggioramento, con quelli sul Dow Jones che cedono più di 330 punti, e i futures sul Nasdaq e lo S&P che arretrano di oltre l’1%.