Finanza Notizie Italia UniCredit: allo studio 10mila esuberi in Italia e non solo. Fabi: “Stavolta si fa a cazzotti”

UniCredit: allo studio 10mila esuberi in Italia e non solo. Fabi: “Stavolta si fa a cazzotti”

22 Luglio 2019 15:40

Sindacati sul piede di guerra alla notizia che UniCredit starebbe valutando 10mila esuberi, specie in Italia dove la banca guidata da Jean Pierre Mustier vanta il maggior numero di dipendenti. Ma anche altri paesi in cui è presente UniCredit non sarebbero immuni dai tagli. La notizia la riporta Bloomberg citando fonti vicine anche se i numeri dei tagli, dicono le stesse fonti, potrebbero essere più bassi.

UniCredit: nel prossimo piano industriale operazione tagli 

Nel precedente piano, quello in scadenza quest’anno, la banca ha programmato una riduzione totale netta degli Fts di circa 14.000 unità. Il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier nelle scorse settimane è uscito definitivamente da Fineco, vendendo sul mercato il restante 18,3% della banca multicanale e lo stesso Mustier recentemente ha indicato che il nuovo piano sarà basato sulla crescita organica. Secondo Mustier non è credibile una strategia basata sulla crescita dei ricavi. Accanto ai tagli dei posti di lavoro Mustier potrebbe ridurre fino al 10% i costi operativi e tutto nell’ambito del nuovo piano strategico che verrà presentato a dicembre.  La banca finora non ha commentato ma certo è che se la notizia fosse confermata, permettere alla banca di piazza Gae Aulenti di inserirsi nel novero di istituti europei che hanno deciso di ridurre il personale, da Deutsche Bank a Societe Generale.

Sindacati sul piede di guerra

Secondo le fonti citate da Bloomberg, il governo italiano starebbe monitorando con attenzione la situazione von escludendo un suo intervento date le dimensioni della banca, sulla falsariga di quanto avvenuto lo scorso anno quando gli esuberi erano in Telecom Italia. “Messaggio a Jean Pierre Mustier, ceo di Unicredit: se queste indiscrezioni fossero confermate stavolta si fa a cazzotti e se serve useremo altro”. Questo il commento rilasciato all’ANSA da Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. Se fosse vero sarebbe una vergogna, siamo pronti alla mobilitazione. Manovre di questo tipo sono operazioni di sciacallaggio, tutte a danno del personale, di una banca che pretende di fare affari in Italia senza tener conto del contesto sociale del Paese” così ha aggiunto Sileoni in una nota ufficiale.