Finanza Notizie Italia Sì ai coronabond, la carica italo-tedesca contro il virus del rigore. Appello firmato anche da Letta e Monti

Sì ai coronabond, la carica italo-tedesca contro il virus del rigore. Appello firmato anche da Letta e Monti

2 Aprile 2020 15:15

Appello italo-tedesco alla Germania di Angela Merkel e alla presidente della Commissione europea Ursula von det Leyen affinché dicano di sì all’emissione dei coronabond, auspicata soprattutto dai paesi del Sud Europa, Italia e Spagna in primis.

Come riporta un articolo di La Repubblica l’appello, lanciato dai tre eurodeputati Verdi tedeschi Sven Giegold, Alexandra Geese e Franziska Brantner,  è stato sottoscritto da diversi politici, eurodeputati e intellettuali italiani. Tra di loro “Enrico Letta, Mario Monti, Tito Boeri, Fabrizio Barca, Emma Bonino, Leoluca Orlando, Carlo Feltrinelli, Angelo Bonelli, Gad Lerner, Giulia Maria Crespi, Lella Costa e Giovanni Soldini”.

Così recita il testo dell’appello:

L’avvento della pandemia del Corona virus è una prova che nessuno di noi in Europa si è mai prima d’ora trovato a dover fronteggiare. L’Italia è stato il primo Paese europeo a essere colpito profondamente da questa pandemia e ha pagato un prezzo elevatissimo, sacrificando un gran numero di vite umane“.

“Abbiamo bisogno ora di una maggiore solidarietà europea – si legge ancora nel testo – E’ un momento cruciale per la cooperazione in Europa. Dobbiamo dimostrare ora di essere una comunità di valori in cui ci si aiuta vicendevolmente e con un destino comune nel quadro di in un mondo globale turbolento. È il momento di compiere con coraggio passi comuni per superare la paura. È il momento dell’unità europea e non della divisione nazionale. Chiediamo quindi ai nostri governi di superare i vecchi schemi di divisione in Europa e nell’Eurozona”. 

In che modo? Con l’emissione, per l’appunto, di quegli strumenti di condivisione del rischio che per i paesi del cosiddetto asse del Nord come Germania e Olanda sono fumo negli occhi. O, almeno, lo sono stati fino a oggi.

“Auspichiamo quindi l’emissione di European Health Bonds (Titoli Obbligazionari Europei a supporto della Sanità) – si legge ancora nel testo – che abbiano un obiettivo comune, chiaro, definito e soggiacente a linee guida stipulate congiuntamente. Ciò permetterebbe di sostenerne l’intero onere congiuntamente e democraticamente”.

A favore dei coronabond si è espressa nelle ultime ore anche Lucrezia Reichlin, intervistata sempre da La Repubblica, che ha evocato tra l’altro il rischio di una spaccatura fatale per la tenuta dell’euro.La docente di Economia presso la London Business School non ha risparmiato critiche alla Germania, affermando che il paese fa male anzitutto a se stesso “a impuntarsi contro una soluzione comune” come il Coronabond.

Reichlin ha anche messo in evidenza il rischio che la Bce venga lasciata da sola. “C’è un limite politico a quello che la Bce può fare e non è una buona idea forzarlo. I governi devono prendersi le loro responsabilità”.

E alcuni stessi intellettuali tedeschi, tra l’altro, hanno lanciato un appello a favore dei coronabond in una lettera al settimanale tedesco “Die Zeit” che verrà pubblicata nella giornata di domani.

Il messaggio non lascia adito a dubbi e appare come un fermo rimprovero al rigore della cancelliera tedesca Angela Merkel e, in generale, ai falchi europei.

Se il Nord non aiuta il Sud, non perde solo se stesso ma anche l’Europa”, hanno scritto i firmatari, nomi noti nel mondo politico, intellettuale e dell’economia della Germania:

“E’ difficile capire perché Merkel abbia riserve nei confronti di passi così necessari per la solidarietà europea e per la stabilità”, si legge nella missiva, da cui emerge il sostegno allo strumento del coronabond per superare la crisi creata dal coronavirus:

“Nel caso dei coronabond – si legge – i debiti correnti e quelli emergenti nei prossimi mesi dovrebbero essere sostenuti congiuntamente. È una misura temporanea che consentirebbe all’Italia e agli altri Paesi minacciati di sopravvivere alla crisi e alle conseguenze politiche ed economiche”.

Dalla Germania e sempre sul nuovo numero di Die Zeit è arrivata anche la riflessione del premier GIuseppe Conte. Che ha precisato, come a rassicurare i tedeschi sul fatto che l’Italia non vuole scaricare il peso dei suoi problemi su Berlino, che “nessun Paese deve sfruttare questa crisi per poggiare sulle spalle degli altri i pesi del passato”. E che certamente non è intenzione del mio governo e di coloro che hanno firmato insieme a me la lettera del presidente del Consiglio Ue Charles Michel nella quale abbiamo proposto la necessità di una reazione solidale e decisa dell’intera Unione europea”.