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Intesa Sanpaolo: doppia promozione da Akros, rating sale ad accumulate

18 Gennaio 2021 15:11

Intesa Sanpaolo incassa la doppia promozione di Banca Akros. Quest’ultima ha alzato il rating sulla banca guidata da Carlo Messina ad accumulate dal precedente neutral, con target price che sale da 1,9 a 2,25 euro, in vista della presentazione dei risultati finanziari in agenda il prossimo 5 febbraio.

“Intesa Sanpaolo chiude un anno impegnativo, che ha visto il successo dell’acquisizione di Ubi Banca, il cui intero consolidamento è avvenuto a partire da terzo trimestre 2020 – scrivono da Akros -. Pertanto, i risultati dell’esercizio 2020 non sono completamente confrontabili su base annua, mentre circa un terzo delle attività di Ubi sarà ceduto a Bper a partire dal secondo trimestre del 2021”. In particolare, gli analisti si attendono che “il quarto trimestre 2020 sarà gravato da elementi una tantum e si chiuderà con una perdita netta di 3,2 miliardi di euro, a totale compensazione dell’acquisto di Ubi con un forte aumento dei rapporti di copertura delle Npe, che ha portato a 6 miliardi le svalutazioni nel 2020 e chiudendo l’anno con un utile netto di 3,2 miliardi”.

Secondo le previsioni di Akros, la perdita netta del quarto trimestre dovrebbe impattare del 15,2% Cet1 Fully Loaded dello scorso settembre di circa 110 punti base, parzialmente compensato dai rinnovati limiti alla distribuzione del capitale fissati dalla BCE, che dovrebbero portare a un pagamento di dividendi di circa 700 milioni di euro o 3,6 centesimi di euro per azione e un coefficiente Cet1 Fully Loaded del 14,6 per cento. A livello operativo, gli esperti si attendono per Intesa Sanpaolo ricavi totali di 18,6 miliardi di euro, di cui 7,7 miliardi di margini, 7,8 miliardi di commissioni nette. I costi operativi raggiungono i 9,7 miliardi, portando a un margine operativo lordo (Mol) di 8,8 miliardi.

Akros ha infine aggiornato le previsioni per il 2021-22 per includere l’ampliamento del gruppo perimetro di consolidamento e ora vedono l’obiettivo di utile netto per il 2021 di 5 miliardi come raggiungibile grazie a un’accelerazione per le sinergie di costo, in parte dovute alla prevista riduzione di 7.200 dipendenti contro l’obiettivo iniziale di 5.000.