Finanza Notizie Italia Fraccaro (M5S) rilancia su idea cancellazione debiti: ‘Bce deve sostenere politiche fiscali espansive’

Fraccaro (M5S) rilancia su idea cancellazione debiti: ‘Bce deve sostenere politiche fiscali espansive’

26 Novembre 2020 09:38

O azzerarlo, oppure detenerlo per sempre: Riccardo Fraccaro (M5S), sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del governo Conte, rilancia l’idea di una Bce che cancelli il debito pubblico che l’Italia ha accumulato nel corso della crisi del coronavirus COVID-19.

“La politica monetaria deve sostenere le politiche fiscali espansive degli stati membri in tutti i modi possibili”, ha detto Fraccaro, in un’intervista rilasciata a Bloomberg.

Come sostenerle? “Cancellare i bond sovrani acquistati durante la pandemia o estendere la loro scadenza all’infinito“.

Fraccaro dunque insiste, nonostante la stessa numero uno della Bce, Christine Lagarde, abbia detto chiaramente che la cancellazione dei debiti da parte della Bce non è possibile.

Qualunque cancellazione del debito sovrano, ha detto Lagarde, sarebbe una chiara violazione dei trattati europei  sotto cui operiamo, e ai quali sono vincolata”.

Prima di lei, il suo vice Luis De Guindos era stato già abbastanza chiaro nell’affossare l’idea sostenuta da tempo dal MoVimento 5 Stelle.

L’articolo 123 del Trattato afferma che il finanziamento monetario da parte della Bce è vietato – aveva detto De Guindos, nel corso di un’intervista rilasciata a Sky Italia – Non esiste una base legale per la cancellazione del debito”, aveva aggiunto.

Così De Guindos aveva gelato la stessa proposta del numero uno del Parlamento Ue David Sassoli, da cui era emersa un’apertura all’opzione della cancellazione dei debiti legati al Covid. Nel commentare la possibilità di cancellare i debiti contratti dai governi per rispondere all’emergenza sanitaria ed economica del coronavirus, il presidente dell’Europarlamento aveva definito l’ipotesi di lavoro interessante, da conciliare con il principio cardine della sostenibilità del debito.

“Nella riforma del patto di stabilità dovremo concentrarci sull’evoluzione a medio termine di deficit e spesa pubblica in condizioni di crisi e non solo ossessivamente sul debito”, aveva detto Sassoli, in un’intervista rilasciata a La Repubblica che aveva successivamente scatenato il dibattito.

Qualche giorno prima, era stata una nota del M5S a rilanciare l’opzione della cancellazione dei debiti da parte della Bce, scrivendo che una tale mossa sarebbe stata “non solo giusta, ma anche facilmente raggiungibile“.

“Di fronte ad una pandemia dagli effetti economici devastanti – recitava la nota diramata dai deputati M5s della commissione Finanze e Politiche Europee – stanno cadendo molti dei tabù mainstream sul debito pubblico e le ipotesi che fino a qualche anno fa sembravano folli alla maggioranza dei commentatori oggi sono discusse nelle alte sfere europee. Ricordiamo che Banca d’Italia, per tramite della Bce, possiede ormai oltre 500 miliardi di euro di debito italiano, in forza dei programmi di acquisto sul mercato secondario iniziati nel 2015. Di questi 500 miliardi quasi 150 sono stati acquistati durante la pandemia e la cifra salirà a 200 a fine 2020, grazie soprattutto al programma PEPP (o anche QE pandemico), iniziato a marzo scorso e destinato a proseguire almeno fino a metà 2021. Ci troviamo in tempi eccezionali ed è il momento di proposte eccezionali, che metterebbero al sicuro da future tensioni finanziarie non solo la finanza pubblica italiana, ma anche quella di altri grandi Paesi europei”.

Più di recente, in un articolo pubblicato su Il Sole 24 ore, gli economisti Giampaolo Galli e Lorenzo Codogno avevano contestato lo stesso presupposto secondo cui l’Italia otterrebbe davvero vantaggi con la cancellazione del debito, presentando due motivazioni.  Sulla voce.info l’economista Tommaso Monacelli aveva inoltre messo in evidenza come il concetto di cancellazione del debito fosse del tutto vuoto, facendo la seguente precisazione:

“Esistono in realtà strategie cosiddette ‘non ortodosse’ per normalizzare il livello del debito: (i) ridefinizione dei contratti, cioè un default controllato; (ii) imposizione di tasse sulla ricchezza, cioè tasse patrimoniali; (iii) repressione finanziaria, cioè un default mascherato. L’unica possibilità esistente dunque è il default o la ristrutturazione del debito, che altro non è che un default parziale“.

Niente da fare, Fraccaro del M5S insiste sull’idea della cancellazione del debito e trova anche la base legale che giustificherebbe un’azione del genere da parte della Bce.

Quella parte del Trattato che obbliga la Bce a sostenere le politiche economiche generali dell’Unione europea, spiega a Bloomberg, laddove il sostegno non finisca per essere in conflitto con l’ obiettivo primario dell’istituzione: quello di assicurare la stabilità dei prezzi.

A tal proposito, Fraccaro ha fatto notare anche che sono anni che la Bce non riesce però a centrare il suo obiettivo di inflazione, appena al di sotto della soglia del 2%, diventato ancora più difficile da raggiungere ora con la pandemia del coronavirus.

Il sottosegretario del governo Conte ha fatto anche una ramanzina a Lagarde & Co: “Per la banca centrale, un conto è essere indipendente dai politici, un altro è non capire dove il mondo sta andando – ha sottolineato Fraccaro, ripetendo che “la Bce dovrebbe aiutare i paesi a rilanciare le loro economie”.