Notiziario Notizie Italia Elezioni: Juncker paventa scenario peggiore, infiamma lo spread e l’arena politica italiana

Elezioni: Juncker paventa scenario peggiore, infiamma lo spread e l’arena politica italiana

23 Febbraio 2018 08:09

Una dichiarazione forte, che ha scosso i mercati alimentando al contempo un’ondata di polemiche nell’arena politica italiana, dove la febbre è già alta in vista delle imminenti elezioni politiche del  4 marzo. Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha infiammato lo spread, paventando il peggio per l’Italia. In un discorso proferito presso il Centre for European Policy Studies, think tank di Bruxelles, Juncker si è così espresso:

“Dobbiamo tenerci pronti allo scenario peggiore, e lo scenario peggiore potrebbe essere un governo non operativo”  in Italia.

“L’inizio di marzo – ha sottolineato – sarà molto importante per l’Unione europea. C’è il referendum dei socialdemocratici in Germania e ci sono le elezioni italiane, e sono più preoccupato per l’esito delle elezioni italiane che per il risultato del referendum dell’Spd”. 

Juncker ha lanciato anche un avvertimento sul rischio di possibili oscillazioni sui mercati finanziari dopo il voto, che la maggior parte dei sondaggi prevede si concluderà senza la vittoria di nessuno dei principali partiti in corsa.

La reazione dello spread BTP-Bund è stata immediata: il differenziale, diventato dagli anni della crisi dei debiti sovrani il termometro della fiducia degli investitori nell’Italia, si è allargato fino al record in due settimane, a 139 punti base, dai 134 punti base dell’inizio della sessione. Piazza Affari ha fatto peggio degli altri principali listini azionari europeo, con il Ftse Mib che ha limitato i ribassi in chiusura a -0,84%, dopo essere precipitato  nei minimi intraday di oltre -1,5%. 

La tensione alimentata sui mercati dal numero uno della Commissione europea ha costretto il premier Paolo Gentiloni a intervenire:

Nel suo intervento a Porta a Porta, il presidente del Consiglio ha affermato:

“Tranquillizzerò (Juncker), i governi sono tutti operativi, non ce ne è uno meno operativo e uno più operativo, i governi governano”, ha detto, aggiungendo che “con il voto non c’è un salto nel buio”.

Juncker stesso ha poi fatto dietrofront, con una nota diffusa nella serata di ieri:

“Le elezioni sono un’occasione di democrazia. E questo si applica anche all’Italia, un Paese a cui mi sento molto vicino. Il 4 marzo gli italiani si recheranno alle urne ed esprimeranno il loro voto. A prescindere da quello che sarà l’esito, ho fiducia che avremo un governo che assicurerà all’Italia di rimanere player centrale dell’Europa, contribuendo al suo futuro”.

LE REAZIONI DEI POLITICI ITALIANI: DITO PUNTO CONTRO LA LEGGE ELETTORALE

Ma il danno, in un tessuto sociale già caratterizzato da un crescente risentimento nei confronti dell’Unione europea, è stato fatto. E i politici non hanno perso l’occasione di cavalcare l’onda.

Così la parlamentare del Movimento 5 Stelle, Laura Castelli:

“Le affermazioni di Juncker rappresentano una grave ingerenza negli affari interni del nostro Paese. Stia tranquillo il presidente della commissione Ue, sarà il Movimento 5 stelle ad assicurare all’Italia un governo stabile, responsabile e più forte in Europa”. Ancora Castelli: “Juncker finge di ignorare che la causa dell’incertezza sull’esito finale del voto italiano è da attribuire ai suoi alleati Berlusconi e Renzi che hanno approvato il Rosatellum, la legge elettorale più brutta del mondo, nata solo per danneggiare il Movimento 5 stelle”.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, al TgLa7, ha sentenziato: “Juncker parla a vanvera quando dice che in Italia è inutile votare”. 

E il numero uno di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, ha dal canto suo affermato che  “quello che ha detto Juncker è la fotografia del prodotto di questa legge elettorale ingannevole che non garantisce né rappresentanza né stabilità. Lo diciamo da sempre”.

La senatrice Loredana De Petris, capolista di LeU nel Lazio, ha rincarato la dose:

“Come al solito, all’avvicinarsi delle prove elettorali da Bruxelles, si iniziano a sentir risuonare le sirene d’allarme che mirano a condizionare il voto. E’ ora di smettere di pensare solo alla governabilità e rendersi conto che all’Italia non serve un governo purchessia ma un governo capace di affrontare e risolvere i drammi di questo Paese, a partire da quello della disoccupazione. Il rischio vero per l’Italia e gli italiani non è, come dice il presidente Juncker, l’eventuale assenza di un governo operativo ma l’assenza, per l’ennesima volta, di un governo capace di operare bene e nella giusta direzione, al contrario di quanto è stato fatto sinora”.

Così su Twitter Giorgia Meloni, presidente di Fratelli di Italia e candidato premier:

“Gentiloni tranquillizza il suo principale, Juncker. Noi tranquillizziamo i nostri principali, gli italiani: dal 5 marzo si cambia musica, iniziamo a fare i vostri interessi”. 

Emma Bonino ha fatto invece notare che “Juncker dice quello che dicono tutti i commentatori. Del resto, è intervenuto anche su Brexit e sulla Catalogna. Non è che stiamo facendo una grande figura di serietà...Ma se riusciamo a convincere una parte consistente di questo mare di astensionisti possiamo avere delle sorprese nonostante una pessima legge elettorale, che è stata fatta in modo tale che nessuno avesse la maggioranza”.

Da Forza Italia, chiara la condanna del senatore Maurizio Gasparri: 

Juncker ha perso un’occasione per tacere. L’Italia avrà un governo valido, efficiente, di centrodestra e Berlusconi ne sarà il regista. L’Europa deve cambiare registro, ritmo e regole. L’Italia la precederà e costruirà insieme ad altri, ma senza Juncker, un’Unione europea molto più efficiente”.