Notiziario Notizie Italia Disoccupazione all’11,2% ad aprile, torna allarme per quella giovanile

Disoccupazione all’11,2% ad aprile, torna allarme per quella giovanile

31 Maggio 2018 10:56

disoccupazione

In Italia il tasso di disoccupazione si attesta ad aprile all’11,2%, in leggero rialzo rispetto al mese precedente quando era all’11,1% (dato rivisto dal precedente 11%) e sotto le attese degli analisti che si aspettavano invece un calo della disoccupazione al 10,9%. Si tratta della stima preliminare dell’Istat, secondo cui la disoccupazione è rimasta sostanzialmente ferma e la variazione è legata più che altro a ragioni di arrotondamento numerico. Dopo i livelli massimi della fine del 2014, la disoccupazione è tornata sui livelli della seconda metà del 2012, in un contesto di prosecuzione del calo dell’inattività, che tocca negli ultimi mesi il minimo storico.

L’aumento dei disoccupati (+0,5%, +14 mila) è dunque associato a un forte calo degli inattivi (-0,7%, -95 mila), mentre sembrano confermarsi i segnali di ripresa dell’occupazione nell’anno in corso, dopo la battuta d’arresto osservata a fine 2017. Per il secondo mese consecutivo è infatti cresciuta l’occupazione tra gli indipendenti (+1,1%). In salita anche tra i dipendenti, ma a termine (+1,4%). Risultano invece in calo i dipendenti a tempo indeterminato (-0,2%), confermando la tendenza alla precarizzazione già rilevata da tempo.

Tuttavia ad allarmare è il dato relativo alla disoccupazione giovanile, che ad aprile è salita a quota 33,1% (+0,6 punti percentuali). Nel Sud, addirittura, il dato arriverebbe a raggiungere il 60%, secondo Federconsumatori. Una situazione che denota forte preoccupazione circa le prospettive dei giovani e le opportunità lavorative che ancora stentano ad aprirsi. Per dare un vero slancio alla ripresa occorrerebbe portare il tasso di disoccupazione ad un livello pre-crisi, pari al 6%: in questo modo, secondo quanto calcolato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il potere di acquisto delle famiglie registrerebbe un incremento di circa +40 miliardi di euro l’anno. Aumento che sarebbe in grado di rimettere in moto una domanda interna ancora in forte crisi, determinando così una ripresa della produzione e dando un ulteriore impulso alla crescita occupazionale.