Finanza Notizie Italia Consumi, che Natale sarà? Eventuale lockdown nelle feste brucerebbe 25 mld di spesa, l’alert di Censis-Confimprese  

Consumi, che Natale sarà? Eventuale lockdown nelle feste brucerebbe 25 mld di spesa, l’alert di Censis-Confimprese  

27 Ottobre 2020 15:12

Solo qualche giorno fa in occasione della presentazione dell’ultimo Dpcm, che prevede nuove restrizioni in Italia per cercare di fermare la recrudescenza del virus, il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che se nel mese di novembre verranno rispettate le regole si riuscirà a tenere la curva sotto controllo e allentare le misure per affrontare con più serenità il Natale. In attesa di vedere come andranno le misure annunciate nel fine settimana, il Censis-Confimprese mette in guardia: un eventuale lockdown nel periodo delle feste brucerebbe 25 miliardi di euro di spesa delle famiglie.

Alcuni numeri

La questione è stata approfondita nel rapport “Il valore sociale dei consumi”, realizzato con il contributo di Ceetrus. La metà degli italiani è disposta ad accettare i rigori della seconda ondata dell’epidemia solo perché è convinta che a breve arriverà una cura risolutiva o il vaccino. Lo dicono soprattutto i residenti del Sud (il 55,2% rispetto alla media nazionale del 49,7%) e gli anziani (il 53,5%). L’asticella è fissata a Natale: ecco esplicitato l’orizzonte massimo di tenuta psicologica degli italiani all’indomani delle nuove restrizioni.

Italia appesa ai consumi? La risposta che emerge dal rapporto è affermativa e viene sostenuta da alcuni numeri e stime. A fine anno, a causa della seconda ondata di restrizioni in aggiunta al primo lockdown, si stima un crollo dei consumi per un valore complessivo di 229 miliardi di euro (-19,5% in termini reali in un anno), a cui sarebbe associato un catastrofico taglio potenziale di posti di lavoro, fino a 5 milioni di unità. Il solo retail subirà una sforbiciata di 95 miliardi di euro di fatturato (-21,6%) e nel comparto si rischia la perdita di oltre 700.000 posti di lavoro. Nel periodo delle feste natalizie, restrizioni paragonabili al lockdown di primavera farebbero sfumare 25 miliardi di euro di spesa delle famiglie. Con il Natale come deadline di tenuta degli italiani, il tracollo dei consumi è da evitare a ogni costo.

La ricerca di Censis-Confimprese mette in evidenza come nella prima ondata, quasi 4 milioni di famiglie hanno già fatto ricorso a prestiti e aiuti da parte di familiari e amici, soprattutto quelle con redditi bassi (il 25%). Le reti di sostegno informale sono state spremute, ora per chi entra in sofferenza è alto il rischio di ritrovarsi soli. Così, paura e incertezza colpiscono maggiormente le persone con i redditi più bassi: il 60,3% di essi (contro il 37,2% medio) taglia i consumi per risparmiare soldi da utilizzare in caso di necessità. Ma per il 76,9% degli italiani sostenere i consumi è una priorità per il benessere delle persone e per dare un supporto concreto all’economia in questa fase difficile. Per il 15% il lockdown costa troppo, ci vogliono altre soluzioni. Per il 43,3% per garantire il giusto equilibrio tra la tutela della salute e la difesa dell’economia bisognerebbe distinguere il rischio di contagio nei diversi territori, blindando i territori ad alto rischio e allentando la presa sugli altri. Per il 30% la tutela della salute impone lacrime e sangue, quindi è inevitabile la sofferenza economica.

Dal crollo dei consumi un colpo al cuore al nostro modello di vita. Per il 57,1% degli italiani il benessere soggettivo dipende molto dalla libertà di acquistare i beni e i servizi che si desiderano. Per il 79,4% gli acquisti riflettono la propria identità e i propri valori. Per il 70,3% i consumi sono un pilastro della libertà personale, perché poter comprare le cose che si desiderano è una parte importante dell’autonomia individuale.

In questo scenario per Censis-Confimprese diventa fondamentale salvaguardare il retail, che rappresenta un motore decisivo per far ripartire l’Italia. Nell’emergenza i comportamenti di consumo degli italiani sono cambiati, e in maniera rapida. I consumatori sono diventati più sfuggenti e infedeli: 18 milioni hanno modificato i propri comportamenti di acquisto, cambiando negozi o brand di riferimento, gestendo diversamente la spesa, cambiando i criteri di scelta dei luoghi di acquisto. Dall’inizio della pandemia, 13 milioni hanno sostituito i negozi in cui di solito effettuano gli acquisti alimentari. Non solo, nel periodo dell’emergenza il 42,7% ha acquistato online prodotti che prima comprava nei negozi fisici, in particolare i giovani (52,2%) e i laureati (47,4%). In generale, dopo il Covid-19 il 38% degli italiani afferma che non tornerà alle vecchie abitudini di consumo. Il futuro si sta forgiando nel fuoco dell’emergenza. E il retail, motore economico e grande bacino occupazionale, sarà imprescindibile per la ripresa.