Cattolica: titolo +3% in Borsa. Dopodomani cda su governance e su spina Banco BPM
Laura Naka Antonelli
19 gennaio 2021 - 12:35MILANO (Finanza.com)
Occhi puntati su Cattolica, dopo che un articolo del Sole 24 Ore ha riportato che dopodomani "giovedì 21 gennaio, come da precedente calendario, il board della società, già riunito in sede straordinaria domenica 17 gennaio, terrà una nuova riunione per lavorare sulle questioni aperte". Il titolo Cattolica Assicurazioni avanza di quasi +3% a 4,24 euro.
La notizia viene ripresa dalla nota odierna di Mediobanca Securities, che fa notare, tra i temi chiave in agenda, la scelta di un consulente per la definizione di una lista di consiglieri, alla luce della richiesta recente dell'Ivass di dare il via a un cambiamento completo del board, a partire dal prossimo 1° aprile.
Ancora, il board valuterà i progressi nei negoziati con Banco BPM aventi per oggetto la fine anticipata di Vera Vita (dell'accordo sulla bancassurance).
Così il Sole 24 Ore:
"Per fine mese Cattolica conta anche di aver definito, nel bene o nel male, anche la diatriba con Banco Bpm. In ragione di questo i contatti tra le parti continuano. L'ambizione sarebbe quella di accertare entro gennaio se è possibile trovare un'intesa che soddisfi le parti, ovviamente non ai prezzi proposti dal Banco (335 milioni contro 755 milioni pagati due anni fa), per chiudere l'accordo nella bancassurance. Se questo si rivelasse impossibile, l'intenzione sarebbe quella di procedere come da prassi con l'arbitrato. Di certo l'istituto, sebbene abbia l'interesse a chiudere la partnership per poter concentrare le proprie energie in altre direzioni, non ha particolare urgenza. Da capire dunque come procederà il confronto".
Della fine di dicembre le indiscrezioni secondo cui "Cattolica sarebbe disposta a chiedere, oltre ai circa 340 milioni di valore dei fondi propri delle joint venture, ulteriori 500 milioni, ovvero la differenza rispetto a quanto pagato per la partnership due anni prima più 100 milioni di ulteriori danni di immagine", a seguito della decisione di Banco BPM di esercitare la call option sulla joint venture bancassicurativa.
La call option è stata esercitata dall'istituto guidato da Giuseppe Castagna alla metà di dicembre.
In particolare Banco Bpm ha esercitato l'opzione di acquisto della quota del 65% detenuta da Cattolica Assicurazioni nel capitale delle joint venture Vera Vita (che detiene il 100% della compagnia assicurativa irlandese Vera Financial DAC) e Vera Assicurazioni (che detiene il 100% di Vera Protezione).
La banca ha motivato la mossa con l'ingresso di Generali in Cattolica, attraverso l'operazione societaria e industriale avvenuta nel corso dell'estate. L'operazione ha determinato un cambio di controllo su Cattolica e pertanto ha dato titolo a Banco Bpm di esercitare l'opzione di acquisto della quota detenuta da Cattolica nel capitale delle joint venture.
Gli analisti di Mediobanca Securities hanno scritto nella nota pubblicata oggi che "deve essere compreso se le due parti potranno trovare un accordo, in caso contrario la questione passerà alla Corte. Infine, il vecchio piano strategico (di Cattolica) è terminato alla fine del 2020, ed è necessario un nuovo piano. Si tratterà di un piano triennale ma con una maggiore attenzione ai primi 12 mesi di attività, viste le circostanze attuali".
Mediobanca Securities ha un rating "underperfom" su Cattolica, con target price a 4,20 euro.
La notizia viene ripresa dalla nota odierna di Mediobanca Securities, che fa notare, tra i temi chiave in agenda, la scelta di un consulente per la definizione di una lista di consiglieri, alla luce della richiesta recente dell'Ivass di dare il via a un cambiamento completo del board, a partire dal prossimo 1° aprile.
Ancora, il board valuterà i progressi nei negoziati con Banco BPM aventi per oggetto la fine anticipata di Vera Vita (dell'accordo sulla bancassurance).
Così il Sole 24 Ore:
"Per fine mese Cattolica conta anche di aver definito, nel bene o nel male, anche la diatriba con Banco Bpm. In ragione di questo i contatti tra le parti continuano. L'ambizione sarebbe quella di accertare entro gennaio se è possibile trovare un'intesa che soddisfi le parti, ovviamente non ai prezzi proposti dal Banco (335 milioni contro 755 milioni pagati due anni fa), per chiudere l'accordo nella bancassurance. Se questo si rivelasse impossibile, l'intenzione sarebbe quella di procedere come da prassi con l'arbitrato. Di certo l'istituto, sebbene abbia l'interesse a chiudere la partnership per poter concentrare le proprie energie in altre direzioni, non ha particolare urgenza. Da capire dunque come procederà il confronto".
Della fine di dicembre le indiscrezioni secondo cui "Cattolica sarebbe disposta a chiedere, oltre ai circa 340 milioni di valore dei fondi propri delle joint venture, ulteriori 500 milioni, ovvero la differenza rispetto a quanto pagato per la partnership due anni prima più 100 milioni di ulteriori danni di immagine", a seguito della decisione di Banco BPM di esercitare la call option sulla joint venture bancassicurativa.
La call option è stata esercitata dall'istituto guidato da Giuseppe Castagna alla metà di dicembre.
In particolare Banco Bpm ha esercitato l'opzione di acquisto della quota del 65% detenuta da Cattolica Assicurazioni nel capitale delle joint venture Vera Vita (che detiene il 100% della compagnia assicurativa irlandese Vera Financial DAC) e Vera Assicurazioni (che detiene il 100% di Vera Protezione).
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Gli analisti di Mediobanca Securities hanno scritto nella nota pubblicata oggi che "deve essere compreso se le due parti potranno trovare un accordo, in caso contrario la questione passerà alla Corte. Infine, il vecchio piano strategico (di Cattolica) è terminato alla fine del 2020, ed è necessario un nuovo piano. Si tratterà di un piano triennale ma con una maggiore attenzione ai primi 12 mesi di attività, viste le circostanze attuali".
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