Finanza Notizie Italia Bankitalia torna sotto assedio. Proposta Lega-M5S per nomina board da Governo e Parlamento

Bankitalia torna sotto assedio. Proposta Lega-M5S per nomina board da Governo e Parlamento

20 Giugno 2019 12:54

Nuovo attacco all’indipendenza di Bankitalia. In via esclusiva l’agenzia di stampa Reuters ha riportato che la Lega e il Movimento 5 stelle hanno presentato in Senato un progetto di legge che, se approvato, modificherebbe radicalmente le regole di nomina del governatore e della prima linea della Banca d’Italia, attribuendo al Parlamento il potere di modificare lo statuto di Palazzo Koch. 

Ispiratore e regista di questa operazione sarebbe Alberto Bagnai, economista leghista euroscettico e presidente della Commissione Finanze del Senato, che, secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni, potrebbe diventare anche ministro per i Rapporti con l’Unione europea (carica detenuta da Paolo Savona, poi trasferitosi alla presidenza della Consob), con tanto di assist anche del M5S.

Reuters conferma: “Il testo della proposta di legge sulla riforma di Bankitalia è firmato dai capigruppo di maggioranza, Massimiliano Romeo (Lega) e Stefano Patuanelli (M5s), ma il vero ispiratore dell’iniziativa è il senatore euroscettico e presidente leghista della commissione Finanze Alberto Bagnai, secondo quanto spiegano fonti parlamentari”.

Da Reuters arrivano alcuni dettagli sulla proposta:

Nella relazione che accompagna la legge è scritto che l’obiettivo “è evitare che attraverso l’indipendenza [della banca centrale] si possa esulare dal sistema di bilanciamento e controllo dei poteri tipico delle democrazie liberali”. L’articolo 1 della bozza, in particolare, prevede che le modifiche dello statuto della Banca d’Italia siano approvate con legge del Parlamento, nel rispetto dell’indipendenza richiesta dalla normativa comunitaria. La legge attuale prevede invece che le modifiche siano deliberate dall’assemblea straordinaria dei partecipanti al capitale di Bankitalia. Oggi la nomina del governatore è disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore di Bankitalia. Il consiglio superiore, su proposta del governatore, nomina il direttore generale e i tre vice direttori con un iter che richiede un passaggio a Palazzo Chigi.

Reuters precisa invece che la proposta Romeo-Patuanelli affida il potere di nomina al governo e al Parlamento:

“Il governatore, il direttore generale e uno dei vice direttori generali sono nominati su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del consiglio dei ministri. Due vice direttori generali sono eletti, uno dalla Camera dei deputati e uno dal Senato della Repubblica, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei presenti”.

I rapporti tra Bankitalia e il governo M5S-Lega rischiano così di tornare a farsi tesi, dopo il caso dell’oro di Bankitalia, che ha fatto il giro del mondo. Il riferimento è all’approvazione, da parte del Senato, di una mozione M5S-Lega che ha chiesto di definire la proprietà dell’oro di Bankitalia. La mozione – a prima firma Alberto Bagnai (Lega) e Laura Bottici (M5S) – è passata con 141 sì, 83 no e 12 astenuti. Così sempre Bagnai aveva allora commentato:

“L’indipendenza della Banca centrale non è assolutamente in discussione – aveva detto- un principio che noi rispettiamo perché iscritto nel nostro ordinamento. La gestione dell’oro è assolutamente indiscussa, nessuno pensa di darla al governo, ma è importante affermare che quell’oro è l’oro degli italiani, è l’oro dello Stato”.