Notiziario Notizie Altri paesi Europa Ue: Pil Italia non tornerà a livelli pre-pandemia neanche entro fine 2022. Ma nelle stime non è incluso impatto Recovery Fund

Ue: Pil Italia non tornerà a livelli pre-pandemia neanche entro fine 2022. Ma nelle stime non è incluso impatto Recovery Fund

11 Febbraio 2021 12:22

Il Pil dell’Italia relativo al 2020 crollerà meno di quanto paventato nelle ultime previsioni europee dello scorso autunno, ma farà più fatica a riprendersi nel 2021. E’ quanto emerge dalle previsioni economiche invernali snocciolate dalla Commissione europea, che presentano un quadro simile, in realtà, per la maggior parte dei paesi Ue e dell’area euro.

Il messaggio è che nel 2021 la ripresa sarà più debole di quanto sperato.

Per l’anno iniziato per l’Italia con una carrellata di tumulti politici, culminati nella crisi di governo e nel successivo incarico a formare un nuovo esecutivo che il Quirinale ha dato all’ex presidente della Bce Mario Draghi, Bruxelles prevede ora una ripresa del 3,4%, inferiore rispetto al +4,1% atteso in precedenza.

La buona notizia è che, secondo l’Ue, il crollo del Pil nel 2020 è stato meno drammatico: le previsioni sono state migliorate, infatti, dal tonfo -9,9% stimato nell’outlook autunnale del 2020, a una caduta ridotta a -8,8%.

La Commissione ha inoltre migliorato le previsioni per il 2022 dal +2,8% al +3,5%.

L’economia italiana si affida a questo punto alle mani del governo di Mario Draghi:

Le previsioni snocciolate oggi dalla Commissione europea indicano che il Pil reale dell’Italia non riuscirà a tornare ai livelli del 2019 pre-pandemia neanche entro la fine del 2022. E’ vero comunque che Bruxelles non ha ancora incluso nel suo outlook l’impatto sulla crescita degli aiuti del Recovery Fund-Next Generation EU: la mancata inclusione implica che sull’outlook del Pil italiano aleggia un rischio al rialzo considerevole.

Non solo Italia, Ue: per Ue e area euro ripresa posticipata

Per il Pil dell’Unione europea e dell’area euro, la ripresa nel 2021 ci sarà, ma non come preventivato appena qualche mese fa: “Una ripresa posticipata ma più forte”, precisa tuttavoa la Commissione europea, nel suo nuovo rapporto dedicato alle previsioni economiche invernali.

D’altronde, “L’Europa rimane stretta in modo fermo nella morsa della pandemia” Covid, a causa della “recrudescenza delle infezioni durante l’autunno”, che “hanno costretto molti stati membri a reintrodurre o rafforzare le misure di contenimento (lockdown più o meno severi), che incidono sull’attività economica. Più di recente, nuove varianti del coronavirus più contagiose hanno iniziato a diffondersi nel mondo, aggravando la situazione epidemiologica e scatenando nuovi lockdown nell’Unione europea”.

Di conseguenza, a parte qualche eccezione come la Spagna, la Commissione europea si è trovata costretta a peggiorare le stime per il 2021: la buona notizia, tuttavia è che, nella maggior parte dei casi, è stato migliorato sia l’outlook per il 2020 che quello relativo al 2022.

In generale, per il Pil dell’area euro del 2020 Bruxelles prevede ora una contrazione del 6,8%, inferiore a quella del -7,8% stimata nelle precedente outlook autunnale.

Per il 2021, il Pil dell’Eureozona è atteso in recupero del 3,8%, meno del +4,2% atteso in precedenza, e in ripresa sempre al ritmo del 3,8%, nel 2022, più del +3% stimato in precedenza.

Guardando all’intero blocco dell’Unione europea, il Pil è atteso salire del 3,7% nel 2021 e rafforzarsi ulteriormente del 3,9% nel 2022.

Tuttavia, “la velocità della ripresa varierà in modo significativo in Ue; alcuni paesi – si legge nel report – hanno sofferto in misura maggiore rispetto ad altri durante la pandemia, mentre altri sono più dipendenti da settori come il turismo, che dovrebbero rimanere deboli per ancora un po’ di tempo. Il risultato è che, se alcuni stati membri vedranno tornare la loro economia ai livelli entro la fine del 2021 o gli inizi del 2022, altri impiegheranno più tempo”.

Sulla base di questi presupposti, l’inflazione dell’area euro e dell’Ue dovrebbe salire in modo lieve nel 2021 rispetto allo scorso autunno, rimanendo contenuta nonostante il temporaneo sostegno provenienti dagli effetti di base. Nell’area euro, il tasso di inflazione è atteso in aumento dallo 0,3% del 2020 all’1,4% del 2021, prima di ridurre lievemente il passo all’1,3% nel 2022. E queste previsioni fanno i conti con una incertezza significativa e con rischi elevati, legati in modo prevalente all‘evoluzione della pandemia e al successo della campagne di vaccinazione”.

Guardando ai fattori positivi, si legge ancora nel report della Commissione, “le vaccinazioni potrebbero portare a un allentamento delle misure di contenimento più veloce e dunque a una ripresa anticipata e più forte. La forza della ripresa potrebbe tra l’altro sorprendere al rialzo, scatenata da un’esplosione di ottimismo post crisi, che si tradurrebbe in una domanda più forte e in progetti di investimento innovativi, grazie ai risparmi storicamente elevati delle famiglie, ai bassi costi di finanziamento e alle politiche di sostegno”.

Un fattore negativo è rappresentato invece dal fatto che “la pandemia potrebbe dimostrarsi più duratura o diventare più grave nel breve termine, rimandando la ripresa attesa. C’è anche il rischio di cicatrici più profonde nel tessuto economico e sociale dell’Europa”. Cicatrici “inflitte dalla crisi protratta, e dunque dai fallimenti, dalla disoccupazione di lungo termine e da maggiori disuguaglianze”.

L’Ue intravede però una speranza, che è anche quella dell’Italia: “Ultima cosa ma non meno importante è il programma Next Generation EU, la cui realizzazione ambiziosa e veloce, e dello stesso strumento del Recovery and Resilience Facility, dovrebbe dare una forte spinta alla ripresa dell’economia europea”.

Il nuovo outlook della Commissione europea

 Vediamo il nuovo outlook della Commissione europea, considerando i paesi più importanti del blocco:

La Commissione europea ha reso noto di aver rivisto al rialzo le stime sul Pil dell’Italia relativo al 2020, dal crollo -9,9% stimato nell’outlook autunnale del 2020, a un tonfo ridotto a -8,8%. La Commissione ha però tagliato le previsioni per il 2021 dalla ripresa precedentemente attesa del 4,1% al +3,4%, migliorando le previsioni per il 2022 dal +2,8% al +3,5%.

Le stime sul Pil della Francia relative al 2020 sono state migliorate a una contrazione del Pil dell’8,3%, rispetto al -9,4% atteso in precedenza; tagliate però le previsioni sul Pil francese relative al 2021 dal +5,8% al +5,5%, mentre per il 2022 le stime sono state riviste al rialzo dal +3,1% precedente al +4,4%.

Le stime sul Pil della Spagna relative al 2020 sono state migliorate a una contrazione del Pil -11%, rispetto al -12,4% atteso in precedenza; riviste al rialzo anche le previsioni sul Pil spagnolo relative al 2021 dal +5,4% al +5,6%, mentre per il 2022 le stime sono state alzate dal +4,8% precedente al +5,3%.

La Commissione europea ha migliorato anche l’outlook per il Pil della Germania relativo al 2020: ora l’Ue prevede una contrazione del Pil tedesco del 5%, inferiore a quella pari a -5,6% attesa nel suo precedente outlook autunnale. Le stime per il 2021 sono state tuttavia tagliate dal precedente +3,5% al +3,2%. Migliorato invece l’outlook per il 2022, dal precedente +2,6% al +3,1%.

In generale, per il Pil dell’area euro del 2020 Bruxelles prevede una contrazione del 6,8%, inferiore a quella del -7,8% attesa nelle precedenti stime dell’autunno del 2020. Per il 2021, il Pil dell’Eureozona è atteso in recupero del 3,8%, meno del +4,2% atteso in precedenza, e sempre del 3,8% nel 2022, più del +3% del precedente outlook.