Finanza Internal dealing Mutui: richieste in aumento. Tassi ancora in calo, ma le banche aumentano gli spread

Mutui: richieste in aumento. Tassi ancora in calo, ma le banche aumentano gli spread

4 Luglio 2019 11:28

Aumenta l’importo medio richiesto dagli aspiranti mutuatari, cresce quello effettivamente erogato dagli istituti di credito e calano i tassi di interesse; sono queste alcune delle evidenze emerse dall’osservatorio congiunto di Facile.it e Mutui.it, che ha tracciato un bilancio sull’andamento del mercato dei mutui nel primo semestre dell’anno.

“La tendenza a concedere credito nel corso del primo semestre è stata complessivamente positiva e ci aspettiamo possa continuare a crescere ulteriormente nella seconda parte dell’anno, anche grazie al calo dei tassi di interesse registrato negli ultimi mesi”, commenta Ivano Cresto, responsabile mutui di Facile.it.

Importi richiesti ed erogati in aumento
Il primo segnale positivo è quello relativo agli importi; nei primi sei mesi del 2019 la richiesta media presentata agli istituti di credito è cresciuta del 4% rispetto allo stesso periodo del 2018, stabilizzandosi a 132.600 euro. In aumento, anche seppur in misura più contenuta, l’importo medio erogato dalle banche, pari a 128.680 euro, vale a dire l’1% in più rispetto al primo semestre 2018. Stabile, invece, la durata media dei mutui richiesti; chi ha presentato domanda di finanziamento in questa prima parte dell’anno ha puntato a un piano di ammortamento in 22 anni.

Nuovi record per Irs e Euribor, ma salgono gli spread
Il primo semestre dell’anno è stato caratterizzato anche da un calo dei tassi di interesse, soprattutto quelli fissi. Determinante, da questo punto di vista, è stata la caduta dell’indice europeo IRS. Prendendo in esame l’andamento di quello a 20 anni, da gennaio a giugno il suo valore sì è quasi dimezzato passando da 1,30 a 0,73 e toccando nei primi giorni di luglio il suo minimo storico, 0,64. Calo mitigato in parte dalle politiche delle banche che, al contrario, hanno ritoccato al rialzo i loro spread. Se si guarda alle migliori proposte a tasso fisso, da gennaio a giugno gli spread bancari sono cresciuti, in media, in una forbice compresa tra i 10 e i 40 punti base.

Al netto delle politiche bancarie, i TAEG offerti alla clientela sulle nuove erogazioni a tasso fisso sono comunque diminuiti nel corso del primo semestre. A giugno, per un mutuo fisso da 124.000 euro da restituire in 25 anni, il Tasso Annuo Effettivo Globale è risultato più basso tra i 25 e i 55 punti base rispetto a gennaio; vale a dire un risparmio mensile compreso tra i 15 e i 30 euro.

Anche sul fronte dell’offerta di nuovi mutui a tasso variabile, il primo semestre è stato caratterizzato da un nuovo record storico per l’indice Euribor che è tornato a calare dopo 3 anni di stabilità. A giugno, l’Euribor a 1 mese è sceso a -0,39. Sui mutui a tasso variabile la politica in termini di spread applicato dalle banche è stata meno uniforme; non tutte hanno ritoccato il valore e anzi, in alcuni casi, è stato ridotto, mentre per chi è intervenuto al rialzo, l’aumento è stato più morbido, compreso tra i 10 e i 20 punti base.

Scelta del tasso, vince ancora il fisso
Continua a crescere la percentuale di italiani che sceglie il tasso fisso. Guardando alle richieste di mutuo presentate nel primo semestre dell’anno, l’85% di chi ha fatto domanda di finanziamento ha puntato ad ottenere una rata costante nel tempo; erano il 75% nel primo semestre del 2018.