News Finanza Indici e quotazioni Wall Street in ribasso in attesa nuovo piano Usa anti-COVID. Oro fa dietrofront con argento

Wall Street in ribasso in attesa nuovo piano Usa anti-COVID. Oro fa dietrofront con argento

28 Luglio 2020 15:53

Wall Street in ribasso, operatori cauti in attesa del nuovo pacchetto di stimoli economici approdato al Congresso Usa. Ieri i repubblicani del Senato hanno proposto nuovi aiuti per un valore di $1 trilione, dando il via ufficialmente alle trattative con i democratici per sfornare un nuovo bazooka anti-COVID-19.

Sotto i riflettori gli utili delle varie società della Corporate America.

Il Dow Jones scende di oltre 110 punti (-0,43%),a 26.474 punti circa; il Nasdaq arretra di 30,28 punti (-0,29%), a 20.500 punti circa; lo S&P 500 fa -0,21% a 3.232 punti.

Titolo McDonald’s sotto pressione a Wall Street, dopo che la catena americana di fast food ha comunicato profitti, relativi al secondo trimestre, peggiori delle attese. Gli utili netti si sono attestati a $483,8 milioni, o 65 centesimi per azione, in flessione rispetto agli $1,52 miliardi, o $1,97 per azione.

Su base adjusted, l’eps si è attestato a 66 centesimi, peggio dei 74 centesimi per azione attesi dal consensus di FactSet. Focus sugli effetti del coronavirus-lockdown sulle vendite comparate a livello globale, crollate del 23,9%: quelle negli Stati Uniti sono scivolate dell’8,7%. Il consensus di FactSet era per una flessione, a livello mondiale, pari a -22,8%.

Male Tesla dopo il downgrade di Bernstein, che ha rivisto al ribasso il rating sul titolo da “market perform” ad “underperform”. Ribadito invece il target price, che rimane a 900 dollari per azione, rispetto a $1.539,60 del valore di chiusura di ieri.

Titolo Pfizer in rialzo, a seguito della pubblicazione del bilancio, che ha messo in evidenza utili e un fatturato migliori delle attese. Pfizer ha rivisto al rialzo anche l’outlook sui risultati dell’intero anno, nonostante le sfide rappresentate dalla pandemia del COVID-19.

I risultati sono arrivati dopo che Pfizer e BioNTech hanno reso noto nella giornata di ieri di aver iniziato la fase sperimentale clinica sull’uomo – dunque il via alla Fase 3 – del potenziale vaccino anti-coronavirus su cui stanno lavorando insieme. Il colosso farmaceutico ha riportato nel secondo trimestre dell’anno un utile netto in calo a $3,43 miliardi, o 61 centesimi per azione, rispetto ai $5,05 miliardi, o 89 centesimi per azione, dello stesso periodo dello scorso anno. Escluse le poste straordinarie di bilancio, l’utile adjusted per azione è sceso a 78 centesimi dai precedenti 80 centesimi, battendo però i 67 centesimi per azione attesi da FactSet.

Tra i titoli protagonisti della sessione odierna, sicuramente Eastman Kodak.

Il titolo della società americana storica di Rochester, New York, attiva nel settore chimico e nella produzione di pellicole cinematografiche e apparecchiature per immagini e per la stampa, schizza di oltre +280% verso il record degli ultimi due anni e mezzo, dopo alcune indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, secondo cui il gruppo avrebbe ottenuto un prestito federale del valore di $765 milioni per la produzione di farmaci per la cura di diverse malattie.

Boom dei volumi di scambio: in premercato sono stati scambiati fino a 10,3 milioni di pezzi, rispetto a una media giornaliera di 272.000 titoli, fattore che ha fatto di Kodak il titolo più scambiato nelle contrattazioni di premercato.

L’oro rallenta la sua corsa, con il contratto spot scambiato a $1.943 l’oncia, dopo il record testato durante le contrattazioni asiatiche fino al massimo di sempre a 1.980,57 l’oncia. Ritraccia anche l’argento, che torna al di sopra di $24 l’oncia dopo aver superato nelle ore precedenti la soglia di 26 dollari, fino $26.19, in rialzo di oltre +6%. Lo smorzarsi dei buy si spiega con il recupero del dollaro.

L’euro cede al momento lo 0,20%, rimanendo comunque al di sopra della soglia di $1,17. Il dollaro rimane però sotto pressione nei confronti dello yen, e perde lo 0,23% a JPY 105,13.

Prezzi del petrolio sotto pressione, con il WTI che cede quasi l’1% a $41,22 al barile e il Brent piatto a $43,37 circa.