News Finanza Indici e quotazioni Wall Street giù, rally Nvidia +9% non basta al Nasdaq. Pesano tonfi Cisco -9% e Alibaba -11%. Borsa torna a temere il Covid

Wall Street giù, rally Nvidia +9% non basta al Nasdaq. Pesano tonfi Cisco -9% e Alibaba -11%. Borsa torna a temere il Covid

18 Novembre 2021 16:25

Wall Street negativa, con il Nasdaq Composite che vira in rosso: non basta l’effetto del rally di Nvidia, che scatta di oltre il 9%. Il Dow Jones arretra dello 0,71% a 35.675 punti; lo S&P 500 scende dello 0,26% a 4.675. Il Nasdaq cede lo 0,39% a 15.859 punti.

Il produttore di chip ha annunciato di aver chiuso il terzo trimestre del 2021 con utili che hanno battuto le attese degli analisti e un fatturato balzato del 50% su base annua a $7,1 miliardi, meglio dei $6,81 miliardi attesi dal consensus degli analisti intervistati da Bloomberg. L’utile per azione si è attestato a $1,17, rispetto agli $1,11 attesi. Il titolo è forte di una corsa pari a +125% dall’inizio dell’anno. L’effetto Nvidia è stato percepito anche da altri titoli di società attive nel settore chip come da Advanced Micro Devices +2,8%. Qualcomm e Micron Technology, che inizialmente erano sembrati beneficiare dell’effetto Nvidia, azzerano invece i guadagni iniziali.

Molto bene GlobalFoundries, in crescita del 3,5% circa, che ha annunciato di aver siglato una partnership con Ford per aiutare il colosso dell’auto ad aumentare la propria offerta di chip.

Crolla invece Cisco, che ieri, dopo la chiusura della sessione, ha reso noto di aver riportato un fatturato, nel terzo trimestre dell’anno, inferiore alle attese degli analisti, diramando anche una guidance sul proprio bilancio più debole di quanto stimato. Il titolo del gruppo di networking per Internet capitola di oltre il 9%.

Fa dietrofront Boeing, che non riesce a beneficiare come in premercato della nota positiva degli analisti di JP Morgan, secondo cui il titolo del colosso aerospaziale americano ha un margine significativo di rialzo visto che l’azienda sta risolvendo diversi problemi che l’hanno assediata negli ultimi anni.

Giù Kraft Heinz, in flessione del 3,5% dopo che la multinazionale ha annunciato una operazione di vendita di azioni ordinarie.

Soffre un tonfo di quasi -11% Alibaba, che ha annunciato di aver concluso il terzo trimestre con vendite e utili peggiori delle attese. Il colosso dell’e-commerce ha scontato il rallentamento della crescita economica in Cina e gli attacchi che il governo di Pechino ha lanciato contro lo stesso gigante fondato da Jack Ma. Nel trimestre terminato a settembre, il suo secondo trimestre fiscale, Alibaba ha incassato un fatturato di 200,69 miliardi di yuan ($31,4 miliardi), a un livello inferiore rispetto ai 204,93 miliardi di yuan attesi, in crescita del 29% su base annua. L’eps si è attestato a 11,20 yuan, meno dei 12,36 yuan attesi, in flessione del 38% su base annua. Alibaba ha tagliato anche la guidance sul fatturato dell’anno fiscale.

Sul trend di Wall Street Jim Paulsen, responsabile strategist degli investimenti per Leuthold Group, ha fatto notare che “gli ultimi dati economici rimangono solidi” ma, anche, che “il trend odierno dell’azionario indica che il mercato sta già scontando la nuova ondata di Covid”.

“Le preoccupazoni per il Covid – ha aggiunto Paulsen – hanno anche portato i tassi decennali dei Treasuries a 10 anni a scendere per la prima volta in sei giorni (al momento in flessione all’1,58%), e hanno esercitato una pressione al ribasso sui prezzi delle commodities, incluso il calo rilevante dei prezzi del petrolio crude. Se l’inflazione dovesse continuare ad aumentare e allo stesso tempo una nuova ondata del Covid tornasse a zavorrare l’economia reale, potremmo scoprire in che modo il mercato azionario gestirebbe un epiodio pseudo-stagflazionistico”.

Recuperano terreno intanto i prezzi del petrolio, dopo che ieri il contratto WTI scambiato sul Nymex di New York aveva perso fino a -3% e il Brent era scivolato del 2,6%, a seguito delle indiscrezioni riportate da Reuters, secondo cui l’amministrazione Biden degli Stati Uniti avrebbe chiesto ai paesi grandi consumatori di crude, come Cina e Giappone, di considerare l’opzione di attingere in modo coordinato alle rispettive riserve strategiche, al fine di abbassare i prezzi del petrolio.

Alle 16.20 ora italiana, il contratto WTI è in rialzo dello 0,09% a $78,40 al barile e il Brent avanza dello 0,36% a $80,58.