News Finanza Indici e quotazioni Wall Street futures deboli in attesa dato ‘preferito’ dalla Fed. Effetti Biden e Cina: petrolio WTI crolla di oltre -6%

Wall Street futures deboli in attesa dato ‘preferito’ dalla Fed. Effetti Biden e Cina: petrolio WTI crolla di oltre -6%

31 Marzo 2022 12:17

Wall Street in balia del tonfo del petrolio e in attesa della pubblicazione, oggi, di un dato clou dell’inflazione. Passate le 12 ora italiana circa, i futures sul Dow Jones sono inchiodati alla parità, quelli sullo S&P 500 avanzano dello 0,11% e ancora meglio fanno quelli sul Nasdaq, in crescita dello 0,40%.

Protagonista il tonfo dei prezzi del petrolio, che si spiega sia con la contrazione degli indici Pmi in Cina che con le indiscrezioni sul piano di emergenza anti inflazione e anti caro benzina del presidente americano Joe Biden, pronto a liberare fino a 1 milione di barili al giorno dalle riserve strategiche di petrolio Usa. Biden, secondo alcune fonti, sarebbe pronto al rilascio di riserve strategiche Usa fino a 180 milioni di barili. L’indiscrezione conferma la battaglia che il presidente americano ha lanciato contro l’impennata dell’inflazione negli States provocata dal balzo del petrolio e di altre commodities. L’annuncio del piano di emergenza, riportano fonti della Casa Bianca, potrebbe arrivare nella giornata di oggi, insieme alla presentazione di altre misure che l’amministrazione avrebbe intenzione di varare per far abbassare i prezzi alla pompa. Non sono emersi finora dettagli sulla durata del prelievo di emergenza di petrolio dalle riserve strategiche Usa, ma le fonti interpellate hanno parlato di un intervento che potrebbe durare diversi mesi.

I prezzi del WTI crollano di oltre -6%, rimanendo attorno alla soglia di $101 al barile, mentre il Brent affonda di oltre il 5% attorno a $107.

Oggi, 31 marzo, è l’ultima sessione del mese e anche del primo trimestre del 2022.

Su base mensile, lo S&P 500 e il Nasdaq hanno guadagnato a marzo ciascuno il 5% circa, mentre il Dow Jones è salito di quasi il 4%.

Dall’inizio dell’anno, dunque nell’intero primo trimestre, il Dow Jones e lo S&P 500 hanno perso invece entrambi il 3% circa, mentre il Nasdaq è scivolato di oltre il 7%.

In calendario nella sessione odierna il report settimanale dei sussidi di disoccupazione e il dato sui redditi personali e le spese per consumi, con cui viene diffuso anche il parametro sull’inflazione preferito dalla Fed, il PCE Index core.

In calo, in attesa dei dati, i tassi sui Treasuries: quelli decennali sono scesi fino al 2,3070%; quelli a 30 anni viaggiano al 2,4789%; quelli a 5 anni al 2,4065% (a conferma di come la curva dei rendimenti nel tratto tra 5 e 30 anni non sia più invertita, mentre l’inversione interessa il tratto tra 5 e 10 anni), mentre quelli a due anni oscillano attorno al 2,2902%.

Dopo la breve inversione, la prima dal 2019, nel tratto 2-10 anni, la curva dei rendimenti dei Treasuries Usa è tornata in una condizione di normalità anche in questo caso.