News Finanza Indici e quotazioni Borse Asia, positive, Tokyo +1,39%. Oggi è l’Election Day, il commento del gestore sull’azionario

Borse Asia, positive, Tokyo +1,39%. Oggi è l’Election Day, il commento del gestore sull’azionario

3 Novembre 2020 07:39

Azionario asiatico positivo nel giorno dell’Election Day. L’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,39% a 23.295 punti circa; la borsa di Shanghai è solida con un rialzo superiore a +1%, Hong Kong oltre +2%, Sidney +1,93%, Seoul +1,77%. L’Election Day è arrivato, sebbene diversi elettori americani abbiano già votato.

Stando all’ultimo sondaggio stilato da CNBC-Change, Joe Biden è in lieve vantaggio su Donald Trump nei sei stati in bilico nelle elezioni del 2020, ovvero Arizona, Florida, Michigan, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Il 68% degli elettori di questi stati ha già votato. Considerando tutti e sei gli Stati, Biden ha un consenso del 50%, rispetto al 46% di Trump.

Così commenta il Randeep Somel, equities fund manager, M&G Investments:

“È difficile sconfiggere i presidenti in carica. Negli ultimi 44 anni, infatti, soltanto due presidenti (Jimmy Carter nel 1980 e George H.W. Bush nel 1992) non sono riusciti a farsi rieleggere. È interessante notare che, in entrambi i casi, lo stato di paralisi dell’economia nel periodo delle elezioni è stato visto come il fattore più determinante delle loro sconfitte. L’economia statunitense non è esattamente in salute oggi, ma si è osservato un certo miglioramento. Secondo i sondaggi degli ultimi mesi, gli americani sembrano fidarsi più dell’approccio di Trump alla gestione dell’economia rispetto a quello di Biden, e questo è significativo – seppure un sondaggio più recente suggerisca che gli elettori statunitensi stiano iniziando a opporsi alle politiche economiche di Trump”.

“Sebbene i sondaggi abbiano costantemente mostrato Biden in vantaggio su Trump – sottolinea il gestore – vale la pena ricordare che Hillary Clinton aveva vinto il voto nazionale alle ultime elezioni, ma aveva poi incassato una netta sconfitta con il voto basato sui collegi elettorali. Il risultato dipenderà probabilmente da sei stati chiave: Florida, Arizona, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin e Minnesota. Trump dovrà mantenere il controllo di Florida e Arizona per essere rieletto. Se riuscirà a mantenerli dalla sua, allora dovrà soltanto vincere in uno degli altri per rimanere alla Casa Bianca. Le elezioni sono vicinissime ma l’epilogo non è scontato. È vero che Biden gode di una certa popolarità, ma non abbastanza alta in questa fase da farci capire chiaramente se potrebbe vincere o meno. Allo stesso modo, la differenza in questi “swing state” non è tanto significativa da permetterci di supporre al momento che Biden avrà sicuramente successo”.

“La più grande preoccupazione – conclude il gestore – è quella di svegliarci il 4 novembre e scoprire che non c’è un vincitore ufficiale, il che significa che il processo si potrebbe protrarre per molto tempo e finire alla Corte Suprema. È quello che è accaduto nel 2000, quando il duello Bush-Gore ha portato a un riconteggio in Florida, seguito da settimane di incertezza successive al giorno delle elezioni. Nel mese di novembre, mentre la nazione attendeva in un limbo, l’indice S&P 500 è sceso dell’8% e si è ripreso solo dopo che la Corte Suprema ha votato a favore di George W. Bush, con Al Gore che è poi uscito di scena a metà dicembre di quell’anno. Dato l’aumento dei voti via posta che richiedono più tempo per essere conteggiati, di quest’anno è possibile una “replica” di quanto visto nel 2000″.

“Del resto, il prossimo presidente deciderà quale direzione dovrà prendere la più grande economia del mondo, e l’esito potrebbe anche avere un grande impatto sull’approccio del Paese al tema del cambiamento climatico. Trump intende ritirarsi dall’accordo di Parigi delle Nazioni Unite, mentre una vittoria democratica vedrà quasi certamente gli Stati Uniti rimanere firmatari, con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. Biden ha annunciato un piano climatico che prevede la spesa di 2.000 miliardi di dollari in quattro anni per aumentare in modo sostanziale l’uso di energia pulita nei settori dei trasporti, dell’elettricità e dell’edilizia. La proposta è volta a stimolare la crescita economica e a rafforzare le infrastrutture, affrontando al contempo il problema del cambiamento climatico”.

Tornando all’area Asia-Pacifico, la RBA (Reserve Bank of Australia), banca centrale dell’Australia, ha tagliato i tassi di interesse allo 0,10%. A seguito dell’annuncio, il dollaro australiano ha rallentato nei confronti del dollaro Usa.

Il rapporto AUD-USD scende ora dello 0,16% a $0,7044, ma immediatamente dopo l’annuncio sui tassi è sceso fino a $0,7038, rispetto al precedente $0,7062.

Dal comunicato emerge l’intenzione della banca centrale di non alzare i tassi per almeno i prossimi tre anni.

La RBA lancerà inoltre un ulteriore piano di misure nell’ambito del programma di Quantitative easing, per sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro e la ripresa dell’economia australiana dalla pandemia COVID-19.

Il pacchetto include acquisti di bond governativi con scadenze tra 5 e 10 anni, nel corso dei prossimi sei mesi, per un valore di 100 miliardi di dollari australiani.

Sulla possibilità di tagliare ulteriormente i tassi fino a farli diventare negativi, il governatore Philip Lowe ha precisato che la mossa è “estremamente improbabile” ma, anche, che non può escludere a priori che si materializzi. “Non sto dicendo che i tassi negativi non ci saranno mai”, ha detto Lowe.