Finanza Dati Macroeconomici Italia: settore manifatturiero inizia il terzo trimestre in contrazione, male anche in Europa

Italia: settore manifatturiero inizia il terzo trimestre in contrazione, male anche in Europa

1 Agosto 2019 10:30

Continuano a peggiorare le condizioni del settore manifatturiero in Italia. E’ ciò che emerge dall’ultima analisi dell’istituto IHS Markit, secondo cui a luglio si è registrata una forte contrazione dei nuovi ordini che ha causato l’ennesimo declino della produzione. Allo stesso tempo, come conseguenza della minore produzione e degli ordini, diminuisce l’ottimismo circa l’attività del prossimo anno al livello più basso in tre mesi.

L’indice Pmi (Purchasing Managers Index) del settore manifatturiero italiano, che con una sola cifra dà un’immagine degli sviluppi delle condizioni generali del comparto, ha registrato a luglio un valore al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50 punti per il decimo mese consecutivo. Attestandosi a 48,5 punti, in salita da 48,4 di giugno, ha pur sempre segnalato un modesto peggioramento dello stato di salute del settore.

“Il settore manifatturiero italiano inizia il terzo trimestre in contrazione, con produzione e nuovi ordini che segnalano un anno esatto di continuo declino, riportando inoltre una sostanziale riduzione dei livelli occupazionali e delle esportazioni”, ha sottolineato Amritpal Virdee, economist di IHS Markit.

Non va meglio nel resto d’Europa. In Francia l’attività manifatturiera è tornata in fase di contrazione a luglio, con l’indice Pmi manifatturiero che è sceso a 49,7 punti dai 51,9 di giugno. In peggioramento anche in Germania, dove il Pmi ha continuato a scendere finendo a 43,2 punti, in calo rispetto ai 45 punti di giugno. Idem nell’intera Eurozona. L’ultimo indice finale Markit Pmi manifatturiero dell’area euro si è attestato al di sotto della soglia di non cambiamento di 50 punti che separa la crescita dalla contrazione per il sesto mese consecutivo, e attestandosi a 46,5 punti, ha mostrato il peggioramento più elevato delle condizioni operative da dicembre 2012.

“Le crescenti preoccupazioni di natura geopolitica, incluse le guerre commerciali e la Brexit, le preoccupazioni circa il rallentamento della crescita economica sia nazionale che estera sono state le ragioni largamente riportate che hanno colpito la domanda e l’ottimismo circa le previsioni future – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit – Desta comunque preoccupazione il fatto che, nonostante i responsabili decisionali e politici si siano allarmati sempre più per il deterioramento delle condizioni, la politica monetaria forse non è in grado di affrontare queste difficoltà”.