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Immobiliare: compravendite in aumento nel 2018, ma rischio dietrofront nel 2019

28 Novembre 2018 15:33

Le tensioni tra l’Italia e l’Unione europea sulla manovra potrebbero mettere a rischio la ripresa del mercato immobiliare. Già negli ultimi mesi si sta assistendo a un affievolimento dell’entusiasmo e a un irrigidimento delle condizioni di accesso al credito, che potrebbero pesare sulle compravendite nel corso del prossimo anno. E’ ciò che emerge dal III Osservatorio Immobiliare 2018 di Nomisma presentato oggi a Milano.

Il 2018 dovrebbe chiudersi con un ulteriore incremento delle compravendite: +5,6% per un totale di 572.752 passaggi di proprietà. Considerando un prezzo medio di un’abitazione in Italia nell’ordine di 165mila euro, il valore complessivo di mercato generato risulterà pari a circa 94,5 miliardi di euro. Il mercato appare dunque positivamente orientato ma i segnali di rallentamento registrati negli ultimi mesi “impongono una riflessione in merito alle ricadute reali delle strategie di politica economica oggi in discussione”, avverte l’istituto bolognese.

Secondo Nomisma le incertezze scaturite dal braccio di ferro tra governo e Commissione europea, associato a un rallentamento della crescita economica stanno già producendo contraccolpi sul settore immobiliare italiano. In particolare, l’affievolimento dell’entusiasmo e un irrigidimento delle condizioni di accesso al settore creditizio sono le due condizioni che finirebbero per indebolire ulteriormente le prospettive di risalita del mercato immobiliare. “In assenza di correzioni sostanziali delle strategie di politica economica, le tensioni finanziare rischiano di rappresentare un fattore di razionamento del combustibile che ha fin qui alimentato la risalita del mercato immobiliare”.

Ne viene quindi la necessità, secondo Nomisma, di sollecitare i soggetti privati attraverso forme di facilitazione e incentivazione che mirino ad accrescere il peso della quota residenziale. In questo contesto, preoccupa il mancato finanziamento del Fondo di Garanzia per l’acquisto della prima casa per il 2019. Nella legge di bilancio, infatti, non vi è traccia di alcuno stanziamento destinato a questo strumento di sostegno sociale. Il direttore dell’Abi, in un’audizione al Parlamento, ha affermato che le disponibilità finanziaria del fondo sono agli sgoccioli. Uno strumento che ha favorito l’acquisto della prima casa, soprattutto da parte dei giovani: dall’avvio della sua operatività (nel 2013) il fondo in questione ha permesso di portare a termine 90.170 operazioni di mutuo per un controvalore di circa 10,1 miliardi di euro, il 58% di tali operazioni ha riguardato giovani dai 20 ai 35 anni di età.