Notiziario Notizie Italia Proposte M5S-Lega, Russia docet: flat tax funziona. Più entrate e meno evasione fiscale

Proposte M5S-Lega, Russia docet: flat tax funziona. Più entrate e meno evasione fiscale

24 Maggio 2018 11:12

Oltre a passare al setaccio il curriculum del giurista Giuseppe Conte, ora diventato premier incaricato dal Colle, la stampa internazionale continua a interrogarsi sulla validità delle proposte contenute nel contratto di governo M5S-Lega.

In pariticolare, si mette in evidenza l’articolo di Bloomberg firmato da Leonid Bershidsky, che apre all’introduzione, in Italia, della flat tax tanto auspicata dal centrodestra in generale, e dalla Lega.

“Sulla carta, il cambiamento minaccia il governo con la prospettiva di gravi perdite per il gettito fiscale. E tuttavia, se l’esperienza della Russia e di altri paesi dell’Europa dell’est significa qualcosa, l’Italia alla fine potrebbe riuscire a riscuotere più tasse“.

Bershidsky non dimentica che “l’Italia ha il grande problema dell’evasione fiscale”. Tanto che cita un report recente di Andrea Albarea e dei collaboratori dell’Ufficio Valutazione Impatto del Senato, da cui risulta che gli italiani, nelle dichiarazioni dei redditi, tagliano il 3,5% dai redditi di lavoro che percepiscono come dipendenti,  il 39% di quanto guadagnano se liberi professionisti, il 65% dai redditi di locazione. Il risultato è che il “gap fiscale” complessivo si aggira ogni anno tra 16,5 miliardi e 38,6 miliardi di euro.

“L’Italia ha un’economia sommersa che è superiore alla media europea – pari a fino il 19,8% dell’output, rispetto al 10,4% della Germania e al 9,4% del Regno Unito, stando a quanto risulta dai dati del Fondo Monetario Internazionale”.

Ma davvero la flat tax potrebbe essere addirittura una soluzione per la piaga dell’evasione fiscale? Contribuendo miracolosamente anche alla crescita del gettito fiscale?

Bloomberg ricorda la riforma fiscale lanciata in Russia nel 2001, con cui il sistema basato sulle aliquote progressive nato agli inizi degli anni ’90 venne sostituito da una flat tax pari al 13%. Il risultato? Le entrate aumentarono e, nel 2002, ovvero “l’anno successivo all’introduzione della flat tax, il Pil russo crebbe del 5% in termini reali, a fronte di entrate sul reddito aumentate di oltre il 25%.

Più di 20 paesi seguirono a quel punto l’esempio della Russia, apportando simili cambiamenti ai rispettivi regimi fiscali.

Bloomberg fa il punto della situazione, sottolineando che, “sebbene le critiche non siano mancate, in generale le flat tax sono state all’altezza delle aspettative“.

Per esempio la Bulgaria, che nel 2008 ha introdotto una flat tax ultra-bassa pari al 10%, dimezzando praticamente l’aliquota più bassa imposta fino a quel momento, ha assistito anch’essa a un aumento delle entrate, in proporzione alle entrate totali percepite; il gettito fiscale della Slovacchia, invece, non è salito, quando il governo al potere di sinistra ha deciso di abolire la flat tax, tornando al sistema progressivo.

Bershidsky continua:

“il vantaggio di una tassa ‘piatta’ e bassa è che i cittadini sono più invogliati a pagarla, in quanto è facile da capire. I sistemi fiscali convoluti che presentano diversi scaglioni e diverse deduzioni costringono i contribuenti a ricorrere ai commercialisti”.

“Pochi sono infatti gli italiani che presentano la dichiarazione dei redditi senza un aiuto professionale, e questo è un forte disincentivo a dichiarare diversi tipi di reddito”. I

noltre, “regole più semplici per le tasse sono anche più semplici da gestire da parte di quelle piccole e medie imprese che devono dedurre le tasse sui redditi dei loro dipendenti, nella determinazione della base imponibile.

Quanto trapela dall’articolo è anche l’effetto positivo che, almeno nel caso dei paesi dell’Est europa, il lancio della flat tax ha prodotto sulle spese. La conseguenza più immediata è stata l’incremento dei consumi che, a sua volta, ha aumentato ulteriormente le entrate Iva percepite dal governo. 

COSA DICE IL CONTRATTO DI GOVERNO M5S-LEGA

“Il concetto chiave è ‘flat tax’, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta, in armonia con i principi costituzionali. In particolare, il nuovo regime fiscale si caratterizza come segue: due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie; per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000,00 euro sulla base del reddito familiare. La finalità è quella di non arrecare alcun svantaggio alle classi a basso reddito, per le quali resta confermato il principio della ‘no tax area’, nonché in generale di non arrecare alcun trattamento fiscale penalizzante rispetto all’attuale regime fiscale”. Così si legge nella versione definitiva del nuovo “Contratto per il governo del cambiamento”, che presenta 30 punti in 57 pagine.

“Una maggiore equità fiscale, dunque, a favore di tutti i contribuenti: famiglie e imprese.È necessario intervenire per l’abolizione dello spesometro e del redditometro, strumenti anacronistici e vessatori di rilevazione del reddito, confermando la contrarietà a misure di tassazione di tipo patrimoniale. Di contro, anche in considerazione della drastica riduzione del carico tributario grazie alla flat tax e alle altre misure sopra descritte, sul piano della lotta all’evasione fiscale, l’azione è volta a inasprire l’esistente quadro sanzionatorio, amministrativo e penale, per assicurare il ‘carcere vero’ per i grandi evasori. Si intende inoltre favorire la cooperazione internazionale in materia di scambio di informazioni, oltre che prevenire l’elusione fiscale internazionale favorendo la tassazione dei grandi capitali esteri, nonché introdurre adeguate misure per il contrasto d’interessi”.