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Piazza Affari inciampa a inizio ottava, minimi annui per Telecom Italia

Pubblicato 13 Novembre 2017 Aggiornato 30 Maggio 2022 14:32

Piazza Affari apre la nuova ottava sulla falsariga di quanto evidenziato la scorsa settimana. L’indice Ftse Mib ha allungato la striscia di ribassi chiudendo in flessione dello 0,55% a 22.437,64 punti. A frenare i mercati i rinnovati timori circa l’iter al Congresso Usa della riforma fiscale a cui si aggiungono le nubi britanniche con 40 parlamentari conservatori che avrebbero firmato una lettera di sfiducia nei confronti del primo ministro Theresa May. Inoltre il responsabile Ue per la Brexit, Michel Barnier, ha detto di non poter escludere un eventuale collasso delle trattative tra Bruxelles e Londra sulla Brexit.

Sul listino milanese tornano sotto pressione le banche con la Commissione Europea che si aggiunge alla Bce nell’alimentare la prospettiva di una maggiore rigidità sui Npl. Bruxelles ha lanciato una consultazione pubblica, riguardo ai livelli minimi di capitale che le banche europee dovrebbero accantonare, per far fronte ai possibili crediti deteriorati (NPL) legati all’erogazione di nuovi prestiti.

A pagare maggiormente dazio a Milano sono state Mps (-4,49%) e Ubi Banca (-1,75%).

Tra le big di Piazza Affari spicca la giornata difficile di Telecom Italia, scivolata ai minimi annui sotto la soglia di 0,70 euro (-3,23%). Oggi gli analisti di Goldman Sachs hanno rivisto al ribasso il rating da “buy” a “neutral” (target price portato da 1,01 a 0,86 euro) in scia della crescente incertezza legata all’imminente approdo di Iliad sul mercato mobile italiano. Revisione delle stime anche da parte di Equita Sim che conferma “buy” riducendo però il target price del 16% a 1,06 euro nonostante la trimestrale diffusa venerdì sia stata in linea con le attese. Il taglio della valutazione è frutto dell’incorporazione di una maggiore capital intensity anche nel medio termine.

Bocciatura da parte degli analisti anche per YNAP (-2,17%), su cui Credit Suisse ha portato il rating da “outperform” a “neutral” con target price sceso da 32 a 29 euro.

Segno meno anche per A2A (-0,76%) nel giorno della diffusione dei conti trimestrali. I primi nove mesi dell’anno si sono chiusi con un utile netto di gruppo di 226 milioni di euro, rispetto ai 323 milioni di euro al 30 settembre 2016. Al lordo di tutti gli effetti straordinari, l’utile netto “ordinario”, risulterebbe in crescita a 319 milioni dell’esercizio corrente.